Marco Travaglio in ‘Slurp’ a Villa Ada
Domenica 23 luglio Marco Travaglio ha fatto tappa a Villa Ada, sul palcoscenico di ‘Roma incontra il mondo’, con Slurp- Lecchini, cortigiani & penne alla bava. La stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinati. Il format prende spunto dall’omonimo libro pubblicato nel 2015 dallo stesso Travaglio, che si proponeva come un vero e proprio ‘Dizionario delle lingue italiane’.
“Era dai tempi di Mussolini che non avevamo un premier così giovane, così aitante, così quarantenne, così sortivo”: lo spettacolo si apre sotto il segno dell’ironia con un raffronto tra gli ‘impegni’ settimanali di Mussolini e quelli di Matteo Renzi. Da questa sorta di proemio si passa a ripercorrere la storia politica d’Italia da Tangentopoli a Renzi attraverso le parole della stampa italiana, per cui Marco Travaglio rappresenta la voce narrante, mentre le citazioni sono affidate alla voce dell’attrice Giorgia Salari. Il filo rosso è sempre e solo uno: “tutti quelli che leccavano Monti perché ci aveva salvati da Berlusconi, leccavano Berlusconi che ci aveva salvati dal terribile Prodi e poi leccavano Letta che ci aveva salvati da Monti, cominciano a leccare Renzi che ci aveva salvati da Letta”. Dunque un’aspra critica che non risparmia nessun quotidiano, dalla Repubblica al Corriere all’Unità, nessun giornalista e nessun politico. E così si passa dai giornalisti Mediaset e Fininvest che difendono ‘il padrone’, alle improponibili lodi scritte da giornalisti di ogni provenienza ‘editoriale’per esaltare o, per dirlo alla Travaglio, ‘per leccare’ il potente di turno. Emblematica in questo senso la versatilità di un Giuliano Ferrara, che rappresenta un altro filo rosso all’interno dello spettacolo. ‘Ciascuno loda e vitupera secondo il suo piacere, sempre coprendo il vizio col nome della virtù prossima o la virtù col nome del vicino vizio: chiamando un presuntuoso libero, un ignorante buono’ scriveva Baldesar Castiglione ne ‘Il cortegiano’. Come rimediare a tutto questo? “Servirebbe una critica quando stanno al potere” dice Travaglio, sottolineando la necessità di una stampa non più asservita alle logiche di potere, non più mezzo di coercizione, ma di una stampa libera.
Marco Travaglio traccia dunque un’ analisi della nostra società svelando i meccanismi malati che la regolano. Slurp è frutto di uno studio attento delle fonti, assemblate nel ritmo vivace di un recital (se così si può chiamare) che non annoia mai e che anzi spesso unisce al critico il comico, senza mai perdere di vista l’obiettivo finale: risvegliare le coscienze. Vorremmo quindi concludere questo articolo con le parole del grande Enzo Biagi “considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l’acquedotto. Non manderò nelle vostre case acqua inquinata”.
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