Chester Bennington: morto suicida il cantante dei Linkin Park
Chester Bennington, cantante dei Linkin Park, è stato trovato morto ieri nella sua casa di Los Angeles e proprio ieri sarebbe stato il compleanno del suo amico Chris Cornell, morto suicida il 18 maggio scorso. Uno dei leader del gruppo che ha portato il nu metal sulle vette delle classifiche mondiali. Fondendo il metal rock con l’hip hop, i Linkin Park avevano ottenuto un successo mondiale, vendendo oltre 60 milioni di dischi: Hybrid Theory, Meteora, fino all’ultimo album One More Light che segnava una svolta più melodica nella discografia della band. Nell’ultima data italiana del gruppo, lo scorso 17 giugno a Monza, furono oltre 80.000 i fan venuti da tutt’Italia per assistere al concerto.
Da anni Chester Bennington soffriva di depressione, oltre a lottare costantemente con la dipendenza da alcool e droghe. In un’intervista, qualche anno fa, il cantante aveva confessato di essere arrivato ad assumere così tanti acidi da essere stupito di riuscire ancora a parlare. Aveva 41 anni, nato nel 1976 a Phoenix, Arizona, da un padre poliziotto e madre infermiera. La sua incredibile capacità canora, che gli permetteva di passare efficacemente da registri duri a quelli più melodici, aveva garantito il successo per lui e la sua band. Bennington aveva lanciato segnali di instabilità che si possono riscontrare nei suoi ultimi lavori discografici. In particolare con il singolo Heavy, pubblicato quattro mesi fa, era riuscito a raccontare con grande sincerità il suo malessere e la sua depressione. Nonostante questi sui stati d’animo, nelle ultime settimane Bennington era stato impegnato in studio con la band, lasciando intuire progetti imminenti. L’altro cantante dei Linkin Park, Mike Shinoda, ha postato su Twitter un messaggio commosso e pieno di incredulità. Come milioni di fan, anche lui è alla disperata ricerca di una spiegazione.
Shocked and heartbroken, but it's true. An official statement will come out as soon as we have one.
— Mike Shinoda (@mikeshinoda) July 20, 2017
Twitter: @g_gezzi