Famigliofobia: la Francia fa un passo indietro

La legge sulla famiglia, su cui si discute da ormai lungo tempo in Francia, non verrà attuata nell’anno corrente: tutto rimandato al 2015. Ufficialmente questa decisione è stata attribuita a un sovraccarico del calendario parlamentare ma, probabilmente, hanno contribuito i timori di ulteriori tensioni in vista delle comunali di marzo, delle europee di maggio e delle senatoriali di settembre.

La scelta del governo Ayrault di non presentare il disegno di legge sulla famiglia ha suscitato le reazioni più varie. Fin dallo scorso anno, in seguito all’approvazione dei matrimoni omosessuali, la destra si è scagliata contro le due possibili conseguenze di un simile cambiamento: fecondazione assistita e utero in affitto. Manuel Valls, ministro dell’Interno, aveva garantito che l’esecutivo si sarebbe schierato contro queste due opzioni, atteggiamento poi confermato dallo stesso Ayrault. Un punto a favore della destra reazionaria, quindi, che, però, perde così uno dei temi di punta della sua campagna politica.
È stato precisato che i lavori di preparazione del testo continueranno. Tra le varie proposte, salta all’occhio il riconoscimento del ruolo dei patrigni e delle matrigne nelle famiglie allargate. Il tema più scottante resta quello della procreazione assistita per le donne omosessuali, non previsto nel progetto di legge, ma a cui sembra tenere molto la ministra della Famiglia, Dominique Bertinotti, sostenuta da una parte dei socialisti.

La presidente del collettivo della “Manif pour tous“, Ludovine de la Rochère ha commentato: «È una vittoria perché quello che si delineava in questo progetto di legge non era favorevole al superiore interesse del bambino e della famiglia».
Domenica scorsa, proprio Manif pour tous ha realizzato l’incredibile. Mezzo milione di persone nella capitale e 40mila a Lione si sono mobilitate riempiendo le piazze: pensionati, cattolici, preti e addirittura musulmani, uniti nel protestare contro il governo socialista accusato di minare i legami familiari naturali. Il movimento è fortemente maturato dallo scorso anno e, a maggio, in Francia, saranno presentate liste ispirate al movimento alle Europee. Una posizione coerente al fianco del movimento della Manif è attribuibile a Philippe Gosselin, mentre il segretario Ump, Jean-François Copé, sembra aver cambiato le proprie posizioni negli ultimi mesi, negando la sua opposizione iniziale alle nozze gay. La destra, quindi, è scesa in azione, attuando un comportamento solitamente attribuibile alla forze di sinistra.
Quello che emerge è una destra forte e cattolica, sempre minoritaria, ma in grado di influenzare l’opinione pubblica. Si tratta, però, sempre di una destra radicale, mentre l’ala democratica si trova spiazzata.
Dichiarazioni anche da parte del portavoce della conferenza episcopale francese, Bernanrd Podvin: «Non si legifera sulla famiglia opponendo francesi a francesi». 

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