Ratisbona, abusi del Coro: 547 bambini vittime di violenza
Il fratello minore del Papa è accusato di essere stato a conoscenza delle violenze compiute mentre era direttore della scuola di canto.
Nel 2015 fu avviata un’inchiesta che ha oggi confermato una tragica verità: furono almeno 500 i bambini che, tra il 1945 e il 1992, subirono delle violenze, corporali e sessuali, nel coro del Duomo di Ratisbona. Nel rapporto finale dell’inchiesta, portata avanti con forza e tenacia, dall’avvocato Ulrich Weber, si legge che «dominavano paura e senso di impotenza», e «la violenza era un metodo applicato quotidianamente» per ottenere «massimi risultati» e «assoluta disciplina».
Una notizia shock che ci fa riflettere profondamente sull’accaduto, con la possibilità di dover mettere in discussione anche la nostra fede e se non la nostra, a capire del perché oggi, sopratutto i ragazzi non vanno più in Chiesa. Perché purtroppo è vero, i ragazzi di oggi sono quasi tutti atei.
Il coro venne diretto, dal 1964 al 1994, dal fratello del Papa emerito Benedetto XVI, Georg Ratzinger. Nel suo rapporto Weber attribuisce a Georg Ratzinger delle «corresponsabilità». Accuse molto gravi che lo renderebbero complice a tutti gli effetti e secondo le quali si sarebbe tappato gli occhi, “facendo finta di non vedere e non sentire” dinanzi a simili crudeltà, le cui vittime sono solo bambini, creature innocenti.
Lo stesso fratello maggiore del Papa, avrebbe negato la sua complicità dichiarando di non sapere nulla degli abusi sessuali, ma solo di aver dato ai bambini quale schiaffato educativo fino agli anni ‘70 e di essere stato «sollevato» quando le punizioni fisiche vennero vietate dalla legge all’inizio degli anni ‘80.
Anche Muller, l’allora vescovo di Ratisbona ha ammesso gli abusi nel coro, precisando però che gli episodi di pedofilia «non coincidono con il periodo dell’incarico del maestro professor Ratzinger». Nel rapporto finale, è stato ritenuto dello responsabile dello scandalo o meglio di una simile atrocità.
Muller, capo dell’ex sant’Uffizio dal 2012, per mano dell’allora papa Joseph Ratzinger, è stato da pochi giorni sollevato dall’incarico da Papa Francesco. L’attuale vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, ha già annunciato di voler offrire alle vittime compensazioni finanziarie tra i 5 e i 20 mila euro a testa entro la fine dell’anno. Denaro che non basterà a far dimenticare a quei bambini, ormai adulti, un passato pieno di “vergogna” e atrocità, soldi che non ridaranno loro il sorriso perso..
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