Nigeria – Kamikaze donna si lascia esplodere

Nigeria – Kamikaze donna.  Un Kamikaze donna si è lasciato esplodere nella mattinata di ieri, lunedì 17 Luglio, davanti a una moschea del Maiduguri, nel nord est della Nigeria. Durante l’attentato sono rimaste uccise altre otto persone. La donna pare si sia mimetizzata, con fare piuttosto sospetto, tra la folla dei fedeli che durante la giornata di ieri si erano riversati in una delle principali piazze dell’interland africano per svolgere le consuete attività di culto e raccoglimento religioso. La donna, dopo essere stata individuata dalle autorità competenti addette al controllo e alla sicurezza di un’area “deputata” ad episodi di questo genere, pare non abbia esitato a sacrificare la propria vita e quella di altre otto vittime in nome di una guerra che, di religioso, ha soltanto il macabro consueto rituale di morte e disperazione. La notizia, appena diffusa dal “today” on line, riaccende ansie e preoccupazioni all’interno di un’area “strategica” già duramente colpita da episodi di violenza gratuita tutt’altro che isolati. Una situazione che, attraverso le parole di Ahmed Satomi, capo dell’agenzia per la gestione dell’emergenza dello stato di Bormio, risulta piuttosto allarmante e, per certi versi, senza via d’uscita. Una politica del terrore che vede nel clan dei Boko Haram il fulcro di un’atroce, quanto intensa, attività terroristica che non lascia spazio a dubbi o fraintendimenti sull’identità dei mandanti di una delle moderne barbarie di ordinaria e sconcertante disumanità collettiva.

Nigeria – Kamikaze donna.  Risale, infatti, all’ottobre 2016 uno degli ultimi terribili episodi di politica dell’orrore, avvenuto sempre a Maiduguri. Un altro Kamikaze donna , reclutato nell’ esercito rosa delle nuove leve del terrorismo, si era lasciato esplodere all’interno di un taxi collettivo uccidendo otto persone e ferendone una quindicina. Un attentato rivendicato dagli integralisti Boko Haram, esperti in addestramento di donne e bambine usate come esplosivi umani in piazze e mercati del nord est africano: scudi viventi di un delirio che, oltre a rabbia e rassegnazione, minano l’inalienabile diritto all’incolumità umana e alla salvaguardia di una vita quotidianamente in bilico tra morte e follia.

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