La women’s march contro la detenzione delle armi negli Usa
Continua da oltre 55 mesi la protesta di chi sta manifestando il proprio dissenso contro la detenzione delle armi negli Usa. Era il 14 dicembre 2012 quando 20 bambini e 6 adulti morirono di una morte atroce sotto i colpi d’arma da fuoco nella Sandy Hook Elementary School di Newtown, nel Connecticut, sollevando proteste in tutto il Paese. Dal giorno del terribile massacro nella scuola, avvenuto per mano del ventenne Adam Lanza, i dimostranti non si sono mai arresi e hanno iniziato una campagna attiva contro la detenzione delle armi negli Usa.
La detenzione delle armi negli Usa: la protesta
Venerdì 14 luglio 2017 nella città di Fairfax, in Virginia, sotto al quartier generale della NRA, “National Rifle Association”, (Associazione Nazionale per le armi, che promuove la libertà di detenzione delle armi negli Usa), si è svolta la Women’s March in protesta contro l’utilizzo insensato delle armi negli Usa. Oltre 500 persone hanno partecipato alla protesta svoltasi per le strade della città di Fairfax, e terminata di fronte al Dipartimento di Giustizia di Washington. Gli oppositori, circa una ventina di uomini armati, invece hanno manifestato mostrando dei cartelli, come “Patriot Lives Matter”, che ribadivano il diritto inalienabile alla libertà di detenzione delle armi, libertà peraltro garantita ampiamente dalla Costituzione Americana. La protesta è stata organizzata da Women’s March on Washington, e la marcia ha reso onore ai manifestanti che protestano da 5 anni sotto le intemperie per fermare l’ondata di violenza che interessa gli Stati Uniti e che sembra non aver fine. Tra gli slogan della protesta emerge quello di “Black Lives Matter”, “Our blood, their money” e un altro che recita “None of us are safe until all of us are safe”. Maxwell Grant, un pastore di 47 anni, che ha partecipato alla marcia, ha detto: «Vivo a circa 40 miglia dalla città di Newtown. Dopo il massacro nella scuola elementare di Sandy Hook ho iniziato a pensare che è nostro dovere morale mettere in discussione la nostra opinione sulle armi, la cui detenzione è garantita dalla Costituzione Americana».
Poche ore dopo l’accaduto, l’ex presidente degli Stati Uniti Obama, tra le lacrime disse: «Abbiamo affrontato troppe di queste stragi negli ultimi anni». Impossibile dimenticare, tra le tante stragi che hanno ricoperto di sangue le scuole degli Stati Uniti d’America e che ne hanno scritto la tragica storia, il massacro di Columbine del 1999 nell’High School di Littleton in Colorado, quello del 2007 nel campus universitario della Virginia Tech di Blacksburg, quello del 2012 della Oikos University di Oakland in California e l’ultimo, del 2015, dell’Università di Umpqua a Roseburg nell’Oregon.
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