Caso Charlie Gard, 48 ore per trovare una terapia alternativa
Il caso Charlie Gard giunge ad un ultimatum: il giudice della corte di giustizia di Londra ha deciso di postporre di 48 ore la data in cui sarà staccata la spina al piccolo malato. Giovedì mattina è prevista la nuova decisione della Corte, che non esclude un ulteriore slittamento. Il giudice che lo scorso aprile autorizzò i medici del Great Ormond Street Hospital a staccare la spina al bimbo ha motivato la sua decisione spiegando che «Non c’è nessuno qui che non voglia salvare il bambino» e che sarebbe felice di cambiare opinione, aggiungendo però che ci vorranno le prove di miglioramenti riscontrati nella situazione di Charlie. 48 ore di tempo sono state concesse ai legali della famiglia affinché presentino le prove che una terapia alternativa può avere successo nel trattare il piccolo, affetto da una gravissima malattia genetica.
La prima sentenza del giudice Francis era stata confermata dalla Corte d’appello, dalla Corte suprema e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, facendo del caso Charlie Gard un caso internazionale. Per i medici presso cui il bimbo è in cura, secondo quando riferito dal legale che rappresenta l’ospedale, le terapie alternative possibili non aggiungerebbero niente di nuovo, il loro parere è che si tratti di studi già noti da anni incapaci di fornire alcuna garanzia o efficacia. La decisione della Corte si basa principalmente sui danni cerebrali strutturali irreversibili subiti dal bimbo.
I genitori del piccolo la pensano diversamente però; la coppia ha spiegato di voler tentare una terapia sperimentale che secondo un medico americano avrebbe il 10 per cento di possibilità di successo. Nei giorni scorsi, proposte di aiuto e sostegno sono arrivate dal Vaticano e dal presidente americano Donald Trump. «Sono grata al Vaticano per quanto ha fatto per noi», ha commentato la madre del bambino uscendo dall’aula di Tribunale. «Viviamo sul filo del rasoio ma andiamo avanti. I genitori sanno quando i loro bambini sono pronti ad andarsene e Charlie sta ancora combattendo».
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Twitter autore: @JoelleVanDyne_