Rashida, la presunta sposa-bambina di Torino, ritratta le accuse

Rashida, la presunta sposa bambina di Torino della quale si era parlato ad Aprile e che da allora è stata tolta alla famiglia e vive in una comunità, ritratta le sue accuse e chiede  di poter ritornare dalla madre che, comunque, ha sempre negato le accuse della figlia. Ricapitoliamo i fatti. Rashida, una ragazzina di 15 anni di famiglia egiziana residente a Torino, parlò con una sua amica dei progetti di sua madre che aveva stabilito per lei un matrimonio con un uomo più grande di dieci anni rispetto. Aveva anche deciso che la ragazza dovesse lasciare gli studi per imparare i lavori di casa perché tanto sarebbe tornata in Egitto per vivere con la suocera. L’amica alla quale Rashida aveva fatto le sue confidenze si attiva, la convince a chiamare il Telefono rosa che avvisa la polizia che preleva dalla sua casa la giovane per portarla in una comunità protetta dove si recano anche successivamente per verificare le condizioni del  suo soggiorno. Sembra una storia a lieto fine che fa leva sui più diffusi preconcetti nei confronti degli arabi. Preconcetti che, per onestà dobbiamo ammetterlo, avevano colpito anche noi. Ed è stata poi grande la gioia nell’apprendere che ad una ragazza non era stato impedito di scegliere il suo futuro come l’oscurantista cultura di origine avrebbe voluto. Ed invece arriva il colpo di scena. Ora, passati quasi quattro mesi, Rashida ritratta, dice che non era vero nulla, che si è inventata tutto. Lo ha detto al Gip che si sta occupando della vicenda, Edmondo Pio. Tra le motivazioni addotte c’è anche quella che la cucina della comunità dove è ospitata non sia granché, e del resto si sa che la cucina di mamma è sempre la migliore, anche se quattro mesi fa la hai accusata di venderti. Comunque sia la situazione, dopo questa ritrattazione, non cambia. Rashida resta in comunità in quanto gli inquirenti non sembrano convinti di questa sua marcia indietro. La stessa curatrice speciale Giuseppina Mauri, della comunità dove è ospitata,  afferma che la ragazza potrebbe essere stata contattata da qualcuno all’esterno, visto che il pomeriggio è libera di muoversi e di uscire.

 

rashida
La Signora Amira

Quindi a questo punto la verità nessuno la conosce se non Rashida e sua madre. Era lo stesso anche prima ma c’eravamo tutti convinti che Rashida dicesse il vero. La ragazza i giorni successivi aveva anche dichiarato di essere preoccupata per le sue sorelline, che probabilmente anche loro avrebbero fatto la sua stessa fine, date in spose a uomini sconosciute e sradicate dal loro ambiente per tornare nel paese di origine.  E raccontò anche di un suo tentativo di suicidio tagliandosi i polsi (che notoriamente è la forma di suicidio che nasconde in realtà una richiesta di aiuto, non una vera volontà di farla finita, visto che lascia il tempo per essere salvati). La madre, la Signora Amira che indubbiamente ha alimentato i nostri pregiudizi facendosi fotografare completamente rivestita del pesante velo nero che per noi simboleggia l’oppressione e la sopraffazione, ha sempre negato ogni addebito, ha sempre affermato che la figlia si fosse inventata tutto ma a questo punto i giudici, come è comprensibile, non sanno più a chi credere. Potrebbe aver mentito allora, come afferma oggi dicendo che era in un periodo difficile a seguito della morte del padre e di una storia d’amore con un coetaneo tornato in Egitto bruscamente interrotta e che per questo si fosse inventata tutto,  potrebbe mentire oggi, per salvare la madre, per essere stata in qualche modo minacciata o comunque influenzata nelle sue uscite pomeridiane dalla comunità. Non è escluso quindi che il giudice decida per un supplemento di indagini. Sicuramente le nuove esternazioni di Rashida avvantaggiano di molto la linea difensiva della mamma, signora Amira, alla quale da 4 mesi viene negato il permesso a vedere la figlia. La Signora Amira ha sempre negato di aver “venduto” la figlia che, anzi, era totalmente d’accordo con lei.

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@MassimoSilla_