Vicino allo Yankee Stadium, all’interno del Bronx Lebanon Hospital di New York, uno degli ospedali più congestionati della Grande Mela, un uomo ha sparato a più riprese tra le corsie ospedaliere ferendo diverse persone. In poche ore la notizia della sparatoria in un ospedale del Bronx ha fatto il giro del mondo. L’aggressore, secondo la ricostruzione dei fatti, vestito con un camice bianco da medico e con un fucile M16 avrebbe fatto irruzione nell’ospedale, aprendo il fuoco in particolare al sedicesimo e al diciassettesimo piano dell’edificio.

Nella sparatoria sarebbe stata uccisa una donna, forse una ex collega dell’aggressore, mentre ancora non si conoscono le condizioni di salute dei feriti. Ancora non è stata chiarita la dinamica dei fatti, secondo alcune fonti l’uomo si sarebbe suicidato dopo aver compiuto il folle gesto, secondo altre sarebbe stato raggiunto e ucciso dagli agenti della NYPD (New York City Police Department). J. Peter Donald, portavoce ufficiale della polizia newyorkese, in un tweet avrebbe confermato la morte dell’aggressore, senza specificare come sarebbe avvenuta. Questo il tweet: “One shooter is deceased at the hospital”. L’aggressore, probabilmente un ex medico afroamericano, di nome Henry Bello, aveva lavorato per anni all’interno dell’ospedale fino a quando, nel 2015, a seguito di un’inchiesta per molestie sessuali in cui risultava essere indagato, avrebbe deciso di dare le dimissioni, per evitare il licenziamento che sarebbe avvenuto a breve.

Un dipendente dell’ospedale durante un’intervista rilasciata alla stampa avrebbe dichiarato che l’uomo stava per essere licenziato in quanto considerato instabile, confermando il fatto che fosse sotto inchiesta per molestie sessuali. Questa tragedia riapre la spinosa questione, mai risolta, dell’estrema facilità di procurarsi delle armi negli Stati Uniti d’America, incrementando l’ondata d’odio e il climax di violenza che cresce a dismisura, aggravando così le tensioni sociali già esistenti nel Paese.

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