Ragazza di 19 anni picchiata dal compagno in coma
Sarebbe la gelosia il movente alla base delle violenze inflitte dal compagno ad una ragazza di appena 19 anni che da ieri sera si trova in coma all’ospedale Forlanini di Roma. Secondo quanto affermato dai vicini, la tragedia sarebbe avvenuta nel tardo pomeriggio della giornata di ieri a Casal Bernocchi.
Sarebbe stato proprio il compagno della ragazza, un uomo di 35 anni con precedenti per droga, ad avvertire i vicini e a chiamare in seguito il 118. L’uomo, fuggito dopo l’accaduto, è stato ritrovato ed arrestato dai Carabinieri di Ostia. Dal Carcere di Regina Coeli continua a professare la sua innocenza, sostenendo di non aver mai alzato le mani contro la ragazza, ma che invece avrebbe accusato un malore durante l’acceso litigio, nato da un sospetto tradimento della donna.
I due avevano da qualche tempo deciso di convivere, nonostante l’età più avanzata di lui e la forte opposizione della famiglia di lei. “Lo avevo denunciato ma non sono riuscito a salvarla – si dispera il padre della ragazza- Non avevo mai condiviso quella convivenza e continuavo ad oppormi da quando mia figlia aveva lasciato casa per andare a vivere da lui. Ho sempre pensato che fosse stata circuita, non mi ha mai raccontato di violenze, a questo punto c’è il rischio che possa aver subito altri pestaggi”.
Forti le reazioni a livello istituzionale: “Voglio esprimere il mio più sincero dolore e la mia vicinanza alla giovane donna di 19 anni, colpita dal suo convivente che l’ha ridotta in coma. Oltre il mio pensiero per lei e per le tante altre donne colpite dalla violenza di genere sento però dentro di me una grandissima rabbia che non è un mio sentimento privato, ma che condivido con tante altre donne impegnate contro la violenza maschile” ha dichiarato in una nota Marta Bonafoni, consigliere regionale del gruppo per il Lazio. “E’ intollerabile e inconcepibile pensare a relazioni di coppia che da conflittuali virano sulla violenza, e la donna è sempre quella che paga il prezzo più alto: la vita.”
La gelosia non può essere il pretesto per porre fine alla vita di un essere umano. La possessione ossessiva, sintomo di poca vivacità intellettuale, non può e non deve portare alla violenza su una giovane donna, ora costretta a combattere per la vita a causa di un “amore” criminale.