NBA: l’anello torna nella baia, Durant MVP delle finali
GOLDEN STATE CAMPIONE NBA 2017, KEVIN DURANT MVP – Quando la scorsa estate Kevin Durant decise di firmare per i Golden State Warriors, andandosi ad aggiungere a un nucleo di giocatori che aveva da poco riscritto il record di vittorie in stagione regolare dei Chicago Bulls di Jordan, fu chiaro a tutti che stava nascendo un vero e proprio “dream team”. A un anno di distanza da quella firma, lo stesso Durant ha raccolto i frutti della sua scelta, andando a vincere il primo titolo della sua carriera NBA e il trofeo di MVP delle finali 2017. I Cavaliers hanno provato in tutti modi ad arginare lo strapotere offensivo di Golden State e LeBron James ha giocato con tutta probabilità le finali migliori della sua carriera, ma contro questi avversari non c’era nulla da fare.
UNA VITTORIA IN CINQUE PARTITE – I Warriors si sono imposti 129 a 120 in una caldissima gara 5, andando a vincere il secondo anello in tre anni dopo la sconfitta in gara 7 dello scorso anno. Chiudono le Finals 2017 a 121 punti di media e sopratutto restituiscono al mondo la sensazione che a vincere sia stata davvero la squadra più forte. Il ruolino di questi Playoff recita 16 vittorie e 1 sconfitta, proprio a Cleveland in gara 4. Durant ha chiuso questa serie con 35,2 punti di media a partita, 8,4 rimbalzi e 5,3 assist, a soli due punti dal record di Allen Iverson per punti segnati in una finale di cinque partite. LeBron James ha provato fino alla fine a trascinare i suoi compagni con l’ennesima partita epica di queste finali, chiudendo con 41 punti, 13 rimbalzi e 8 assist, ma alla fine ha dovuto arrendersi allo strapotere dei Warriors.
UN GRUPPO FENOMENALE – Golden State ha saputo integrare in un gruppo già rodato e vincente uno dei cinque migliori atleti della lega (Durant appunto), e lo ha fatto grazie a un lavoro di squadra non indifferente. Klay Thompson, ad esempio, ha dovuto rinunciare a una buona fetta del suo gioco offensivo, sostituendola con un’abnegazione difensiva totale e questo, in una lega che vive di protagonismi e numeri, non è certo qualcosa da poco. La sconfitta dell’anno scorso poi, arrivata dopo 7 gare in cui i Warriors avevano pagato la stanchezza dell’aver voluto a tutti i costi battere il famoso record di vittorie dei Bulls, ha fatto sì che quest’anno ci fosse una gestione diversa delle energie, con un Curry mai così dominante in una finale. Questo successo porta quindi inciso sopra, in larghissima misura, il nome di Steve Kerr. Il Coach più vincente di sempre in relazione alle partite allenate, ha saputo creare un gioco in grado di esaltare le qualità di tutti i suoi giocatori. Una perfetta macchina da guerra, fatta di talento, altruismo e gioia nel giocare. Una squadra destinata a entrare nell’olimpo del basket come una delle più forti di tutti i tempi.
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