Terrorismo, espulso da Città di Castello: «Farò una strage»
Un giovane ventottenne di origini marocchine, in Italia da circa sedici anni, è stato espulso da Città di Castello, dove era residente insieme alla famiglia, per motivi di pericolosità sociale. Aveva un lavoro, una vita apparentemente normale, anche se, da tempo, aveva iniziato a manifestare comportamenti antisociali inneggianti alla “guerra santa”. Il giovane aveva dei precedenti penali per resistenza a pubblico ufficiale, minacce nei luoghi pubblici, comportamenti molesti, furto, ricettazione, ed era in condizioni di libertà vigilata.
Sebbene l’uomo fosse già in libertà vigilata, noncurante delle leggi del Paese ospitante, né tantomeno di quella martoriata democrazia che è la base imprescindibile dell’umana convivenza e del rispetto tra i popoli, ha deciso di pubblicare sui social diversi post nei quali inneggiava alla jihad islamica e nei quali farfugliava di volersi fare giustizia da solo per la morte di suo fratello. Questo il tenore delle frasi: «Il viaggio del jihadista era pronto» e «Tanto prima o poi farò una strage». La Digos di Perugia, che seguiva da tempo gli spostamenti dell’uomo, grazie ad un attento monitoraggio ieri è riuscita a raggiungerlo e a bloccarlo.
La sua richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno è stata ovviamente respinta, data la situazione contingente, mentre il Giudice di Pace stamattina ha decretato la sua espulsione immediata. Stamattina infatti l’uomo è stato invitato a lasciare il suolo italiano e, scortato dalla polizia, è stato messo su un volo diretto da Bologna a Casablanca. Considerati tutti i suoi precedenti, e le sue minacce in pubblico, l’uomo è stato espulso grazie ad un provvedimento emanato dal ministro dell’Interno Marco Minniti, il quale ha rilevato una evidente “pericolosità sociale” nei comportamenti dello stesso. PerugiaToday scrive: «Già a dicembre l’uomo aveva minacciato i clienti di un locale, con un coltello, di compiere una carneficina».
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