Claudio Lotito. Ma perché i laziali lo odiano?

Claudio Lotito. Personaggio indubbiamente “colorito” nel panorama calcistico italiano. In fondo un presidente che non avrebbe claudio lotitosfigurato tra i grandi patron anni ’70, alla Rozzi e alla Aconetani, per dire. E dicendo questo gli facciamo un complimento perché sia Rozzi che Anconetani sono stati grandi Presidenti, hanno fatto miracoli con i mezzi a disposizione ed erano esuberanti e appassionati. E i tifosi li amavano. Claudio Lotito, invece, è detestato dalla maggior parte dei laziali. Ma perché? Credo sia doveroso e onesto dire che chi scrive è romanista, ma anche che ha cercato di essere il più obiettivo e distaccato possibile e, visto che poi si parla della Lazio, ha chiesto aiuto proprio ai laziali, era la loro opinione che importava.
La maggior parte dei laziali, dicevamo, odia Claudio Lotito. Quelli delle altre squadre magari lo trovano pittoresco e sopra le righe, ma in molti non si spiegano l’astio della tifoseria laziale. Prima che comprasse la Lazio nessuno lo conosceva, anche se nell’imprenditoria romana era un nome già noto, anche per alcune storie passate non proprio cristalline. Salva la Lazio che sta seriamente rischiando il fallimento dopo la vittoriosa, ma economicamente insostenibile, Lazio di Cragnotti, riuscendo a spalmare il debito. Questo provoca una certa indignazione nei polemizzatori professionisti del web che accusarono lo Stato di aiutare le squadre di calcio mentre la gente muore di fame, quando invece Lotito, dimostrando ancora una volta di saperla molto lunga, aveva sfruttato una legge esistente, che esisteva per tutti, non solo per le squadre di calcio. Quindi non venne fatto alcun Decreto-Lotito. Lui era stato bravo a sfruttare questa cosa. Quindi, pensa il tifoso di altre squadre, i laziali gli saranno riconoscenti. Invece no. E allora proviamo a ripercorrere la storia tra Cluadio Lotito e la tifoseria laziale. Proveremo a capire cosa non ha funzionato e poi chiederemo a loro, ai laziali, cosa noi non-laziali non riusciamo a capire. E sentiremo strane storie di telefonate, di minacce partite da telefoni molto strani, di scorte, di striscioni sospetti, di grandi soddisfazioni e di stagioni buie.

Claudio Lotito diventa proprietario della Lazio nel 2004. Si fa immediatamente notare per una presenza debordante in tv. Parla moltissimo, fa citazioni latine, diventa un personaggio, Lino Banfi lo chiama ne “L’allenatore nel pallone 2”, partecipa anche a una puntata dei Cesaroni. Predica la moralizzazione nel calcio. Basta allo strapotere dei calciatori e dei procuratori, esistono i contratti, vanno rispettati. Nessuno si deve permettere a contratto in corso di chiedere un aumento dopo una stagione buona, e quelli a cui manca un anno e mezzo di contratto e non firmano il rinnovo li mette fuori rosa. Il suo esordio nel calciomercato fu scoppiettante. Praticamente senza poter spendere soldi si portò a casa 9 giocatori in un giorno solo. Rocchi, che poi divenne un giocatore importante, i gemelli Filippini e una serie di giocatori dei quali non s’è mai più saputo granché, da Perea a Mea Vitali (che non giocò neanche un minuto). Ma non era solo sulla squadra che si rifletteva il nuovo ciclo. Anche in società ridusse al massimo tutte le spese tagliando tutti gli sprechi. E i laziali inizialmente sapevano che c’era uno scotto da pagare e lo accettavano. Ma dopo un po’ qualcosa si è rotto. La mancanza di ambizione. Per la Lazio, perché per se stesso è molto ambizioso, entra in

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Uno dei meme con “Lotito ovunque”

Federazione e alla prima uscita della Nazionale si presenta a bordo campo col giaccone della squadra dando a tutti l’impressione che era venuto a prendere possesso della Nazionale stessa e diventando poi un divertente meme sul web. Nel 2007 la Lazio centra la qualificazione in Champions League. Ovvio che i laziali sappiano che non la vinceranno, ma di sicuro vorranno fare bella figura e si augurano quindi che la squadra verrà rinforzata. E Lotito rassicura i tifosi che lo farà. Poi fa un solo acquisto. Fabio Vignaroli, attaccante. Aveva fatto bene con Delio Rossi a Salerno e quindi … i tifosi non impazziscono di gioia di sicuro. Tanto più che poi in Champions va effettivamente male e in campionato pure. Perché la rosa non è abbastanza ampia per i due impegni e perché il livello tecnico non si era alzato abbastanza. E Lotito diventa Lotirchio. Il povero Vignaroli ricorda che i laziali lo insultavano “anche mentre tiravo i calci d’angolo”. Invece, la stagione successiva, Claudio Lotito azzecca il mercato, porta a casa Zarate che farà un campionato straordinario e vince la Coppa Italia battendo la Sampdoria. Il laziale è felice. Ma lo odia lo stesso, sempre di più. La stagione successiva la Lazio vince la Supercoppa. Ma poi la stagione sarà scarsa con una salvezza conquistata nel finale. Ma comunque sia la Coppa sia la Supercoppa non fanno conquistare a Claudio Lotito le simpatie del pubblico. E dire che allo stadio un giorno spuntano una serie di striscioni di ringraziamento a Claudio Lotito. Sia chiaro. Non in Curva Nord. In Tevere, in Monte Mario, e nella Curva Sud che quel giorno è pure chiusa. Gli striscioni hanno tutti gli stessi caratteri e sembra li abbiano messi due tipi in giacca e cravatta. Nessuno ha le prove, ma come diceva Pasolini, alle volte si sa senza avere le prove, e sembra proprio che quegli striscioni li abbia commissionati proprio lui, Claudio Lotito. Striscioni con scritto “Lotito il popolo laziale ti ringrazia” o “Lotito grazie”, che di per sé è strano perché sarebbe più normale “Grazie Lotito”. Una mossa che lascia un po’ basiti. Nello stesso periodo Claudio Lotito denuncia di aver ricevuto telefonate di minacce al suo telefonino. Minacce anche alla moglie, una cosa grave. La polizia indaga e scopre che … le telefonate sono partite proprio da casa Lotito. Dal fisso al cellulare. Che poi voglio dire non sarà stata manco sta grande indagine da scomodare C.s.i. La Lazio, intanto, continua a fare un’annata giusta e una negativa. Fino ad oggi. La scorsa stagione per la Lazio è stata pessima e sembrava essere iniziata anche peggio. L’allenatore preso da Lotito e Tare (odiatissimo anche lui), era Bielsa, el loco, solo che poi Bielsa al momento di arrivare a Roma si è tirato indietro, lasciando la Lazio con un pugno di mosche. Quindi è stato preso Simone Inzaghi, esordiente o quasi in Serie A, aveva guidato solo la Lazio stessa nel finale della stagione precedente, che era destinato alla Salernitana, altra società di Claudio Lotito. Una scelta raffazzonata, sembrava un’altra stagione lacrime e sangue, e invece … Grandissima stagione della Lazio e quello che per il rapporto qualità/prezzo è stato probabilmente il miglior acquisto del precedente mercato, Ciro Immobile a 9 milioni. Ma per i laziali è fortuna, per i laziali tanto poi lui rovinerà tutto, perché lui il salto di qualità non lo vuole fare. Perché i laziali sono ambiziosi e con Lotito galleggeranno sempre. Perché poi il laziale sia così ambizioso non si sa, anche il romanista è fatto così. La Lazio nella sua lunga storia ha vinto pochissimo. Tranne che per il dorato periodo Cragnotti. Prima del suo avvento la

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Una delle vittorie di Lotito. La Coppa Italia del 2013 contro la Roma.

Lazio aveva vinto 1 scudetto e una Coppa Italia. Nient’altro. Il periodo Cragnotti, invece, è stato un susseguirsi di colpi fantastici di mercato, vittorie, trofei, bel gioco. Ma il bel gioco durò poco e i guai di Cragnotti fecero sprofondare anche la Lazio che così passò da Nedved, Veron e Stam a Braian Robert, Mauricio e Lequi. Quindi per i laziali dovrebbe essere più normale vivere nel “lacrime e sangue”, invece il laziale ha per periodo di riferimento, il periodo Cragnotti. Ribadisco che i romanisti in questo sono identici. Esigono la grande squadra, ma a che titolo? Lo possono fare i tifosi del Milan, della Juve e dell’Inter, tutti gli altri no. Con questo non vogliamo neanche dire che il tifoso laziale sia un po’ “fighetto”, assolutamente, anzi, dà il meglio nel momento del bisogno. E per i laziali veri una delle stagioni più memorabili resta quella del -9. Non una vittoria, ma una Lazio eroica. I tifosi questo vogliono, oltre ai trofei, e sopratutto se non arrivano i trofei. Ma ora è così così e non ci si può far nulla. E il destino di Claudio Lotito resta quello di avere tutti i torti quando la stagione della Lazio va male e di non avere alcun merito per le vittorie, che è giusto ricordare. Due Coppe Italia, delle quali una nella finale contro la Roma che per i laziali è una delle vittorie più belle e più significative, una Supercoppa Italiana e ben 4 trofei delle squadre giovanili. Ha preso grandi giocatori come Biglia, Felipe Anderson, Zarate (ma solo per quel periodo laziale) e tanti altri, ma si ricordano solo i suoi numerosi bidoni. Quindi per provare a capirci qualcosa in più abbiamo chiesto a tre laziali di provata fede, gente che va allo stadio e che ha fatto tante trasferte, gente che vive di Lazio, dei quali non riveleremo i nomi, perché non rappresentano alcun gruppo ma solo loro stessi, tutti e tre conoscenze di lunga data di chi scrive.

Il primo a cui lo abbiamo chiesto è A., laziale di lungo corso, presenza fissa allo stadio, insomma persona di indubbia fede biancoceleste. Ci ha detto la sua su Claudio Lotito, la riportiamo così come l’ha detta, magari rendendo meno coloriti alcuni passaggi. “Lotito? se prende volontariamente per il culo da solo, è meno tonto de quello che vuole far credere. anzi non è tonto per niente … e le finte telefonate alla moglie che partivano da casa sua, le condanne, la fantomatica bomba carta a villa san sebastiano che non se sa da dove è arrivata e dove sia esplosa. Comunque è il miglior prodotto della democrazia cristiana. Il miglior risultato del compromesso storico. La vera svolta democratica. Lui se regge sia sotto la destra che la sinistra. Ma mica lo critico per questo sia chiaro, è un imprenditore mica c’è niente de strano. Ma ha ambizione solo personale e di portafoglio”Sì ma in fondo di Presidenti come Lenzini, Sensi e Moratti non ne esistono comunque più. Tutti hanno quelle ambizioni oggi. I presidenti tifosi, perlomeno nelle serie maggiori, non esistono più. “I presidenti di calcio non è che so meglio de lui, ma puntano tutti a vince in partenza. lui punta a galleggià. Non troppo in basso perché non se deve fa rompe le palle, non troppo in alto perché c’è poco da mette in tasca sua. Se prendi i soldi dalla Champions poi li devi investì, meglio fa claudio lotitoaffari con giocatori semi sconosciuti da cui te poi mette in tasca la parte tua”.

Questa è la prima opinione raccolta. Ora veniamo a D., un po’ più giovane ma mica tanto, e anche lui con lustri alle spalle di Stadio e di trasferte. “La contestazione a Lotito deve essere divisa in due parti: 1) gli Irriducibili. I capi storici della Curva avevano interessi economici intorno alla Lazio. Lotito gli ha diciamo tolto alcuni introiti e da qui l’odio profondo. I personaggi di cui sopra dopo varie denunce han visto anche le patrie galere per suddetta contestazione quindi puoi immaginare … La Curva come sai “segue” i capi … i non tifosi di professione hanno cavalcato la contestazione a seguito di campagne acquisti e risultati scadenti … anche se sono buono mi compri Vignaroli per i preliminari di Champions anche io che sono “bravo” t’insulto. 2) Quindi il secondo punto riguarda il discorso di sapere che in mano a lui non si potrà mai ambire a qualcosa d’importante. Non vincere bada bene: ma sognare di poterlo fare. È questa la cosa che più fa arrabbiare in quanto, oltretutto, lui a quanto dice, non la venderà mai!!!!! In più non incarna per niente il tifoso laziale: il modo di fare che lo rende odioso in quanto persona sguaiata, arrogante e maleducata. Lui pensa di essere furbo invece è un cojone come tanti (vedi caso Pandev, assenza di sponsor per 10 anni …). Fortuna che pare almeno aver capito che non deve rilasciare interviste perché dice sempre le stesse cagate … questo è in grandi linee il mio pensiero che spero possa aiutarti”. E in effetti l’opinione di D. è ben articolata, sempre colorita, e introduce un altro elemento. I capi della Curva Nord e i loro “interessi”venuti a mancare con Lotito.

E veniamo all’ultimo. Non solo lui è tifoso in maniera viscerale, lo è tutta la sua famiglia, i genitori, la sorella. Una stirpe laziale che vive con il pensiero della squadra quotidianamente. Questo è quello che ci ha detto E. “Questo presidente con la sua arroganza, prepotenza, spocchia e boria, incarna in ogni singola sfaccettatura quello che non è e non sarà mai un vero tifoso della Lazio. Anni fa si servì della gente per manifestare sotto la agenzia delle entrate (dove ci furono feriti gravi) per poi prendere le distanze dopo aver ottenuto quello che avrebbe portato nelle sue tasche un ritorno economico importante. Non volevamo i Veron, i Nedved o i trofei europei (tanto è vero che non prese consensi neanche dopo la coppa Italia vinta con la Roma) chiedevamo e chiediamo a gran voce un personaggio che tuteli la propria gente e che provi di tanto in tanto a dare anche qualche prospettiva dal punto di vista calcistico. Chi dice che la curva ha cambiato modus operandi perché “adesso se magna” non frequenta lo stadio e non conosce il mondo Lazio. Questo pseudo presidente tira fuori dalla Lazio ogni anno dai 7 ai 10 milioni di euro (bilanci certificati e pubblici) per le sue aziende cercando comunque di tenerla sempre appesa tra il quinto e il settimo posto. Le cose da dire sarebbero tante ma ormai ci siamo rassegnati. Ti dico la verità, ogni domenica, quando vado allo stadio cerco di non pensare che lui è in tribuna”. E., tra l’altro, ricorda anche che se pure c’è stato qualcuno che aveva interessi economici con Cragnotti, cosa che non conferma, quel qualcuno non poteva essere tutto lo stadio. Quindi il popolo laziale lo odia per i motivi sopraelencati.

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@MassimoSilla_