Russiagate, Comey: “Trump mi chiese di fermare l’inchiesta”
I recenti sviluppi del Russiagate stanno mettendo a dura prova e in seria difficoltà Donald Trump. L’indagine sul ruolo svolto dalla Russia e sui rapporti intercorsi tra il presidente americano e Mosca durante la campagna elettorale delle elezioni del 2016, ha preso una piega diversa quando James Comey (l’ex capo dell’Fbi licenziato da Trump il 9 maggio scorso), ha dichiarato che il presidente statunitense gli chiese di insabbiare il Russiagate e di “lasciare andare le indagini su Mike Flynn” poiché “è un bravo ragazzo“.
“Il presidente mi ha detto: ho bisogno di lealtà, mi aspetto lealtà. Non mossi le labbra, parlai, o cambiai la mia espressione durante il terribile silenzio che seguì. Ci siamo semplicemente guardati in silenzio. Già in due precedenti conversazioni mi aveva detto che sperava io rimanessi e io gli avevo assicurato che intendevo rimanere. L’istinto mi ha detto che quel faccia a faccia, e il riferimento alla mia posizione, significavano che, almeno in parte, la cena era un tentativo di farmi richiedere di mantenere il mio lavoro e creare così una sorta di rapporto di patronato“, ha raccontato James Comey nella dichiarazione di sette pagine da lui scritta. I primi segnali del futuro Russiagate cominciarono a mostrarsi con la nomina – da parte di Donald Trump – di Paul Manafort (manager della sua campagna elettorale), poi costretto a dimettersi poiché accusato di aver ricevuto dei finanziamenti provenienti dalla Russia.
Da quel momento, il sospetto che Vladimir Putin abbia avuto una strategia per favorire la vittoria di Donald Trump si fa sempre più concreto e le indagini vanno avanti fino a che il presidente decide di licenziare James Comey (che con l’Fbi stava proprio indagando sul Russiagate). A parlare ora, infatti, è proprio quest’ultimo il quale, nel suo memorandum, ha scritto che Trump gli chiese di insabbiare la faccenda durante un incontro svoltosi a febbraio. Ma Trump si difende dalle accuse dichiarandosi “totalmente e completamente discolpato“.
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