Wonder Woman: coraggio, fascino e amore
“Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman ed in più il fascino di una donna brava e bella”: era il 1941 quando William Moultom Marston dava alla luce il personaggio di Wonder Woman, pronunciando queste parole.
L’eroina diventata famosa grazie ai fantastici fumetti della Dc comics, dal 1 giugno torna sul grande schermo. Wonder Woman, diretto da Patty Jenkins e prodotto dalla Warner Bros, rimane piuttosto fedele alla trama originaria: Diana, figlia di Hippolyta Regina delle Amazzoni (Gal Gadot) vive nella bellissima isola di Themyschira: qui, fin da piccola, osserva gli addestramenti delle Amazzoni e sogna di diventare una di loro. Così, nonostante il parere negativo della madre, Diana inizia ad essere addestrata dalla zia Antiope. La tranquilla vita dell’isola sarà turbata dall’arrivo del Capitano Steve Trevor (Chris Pine), pilota americano militare, il quale, costretto dal Lazo della Verità, racconterà alle Amazzoni della Guerra che si sta svolgendo nel mondo esterno (il film è ambientato verso la fine della Prima Guerra Mondiale). Diana, colpita dal racconto di Trevor, è determinata a portare pace e amore tra gli uomini, essendo questo uno dei valori delle Amazzoni: “La Regina Hippolyta ha già vissuto questa avventura. La storia le ha insegnato che forse non vale la pena salvare la razza umana… Ma Diana è ancora giovane, ha la rettitudine dei giovani, quella che li porta a pensare che ciò in cui credono sia puro e più incredibile di quanto i genitori sapranno mai” afferma la Jenkins. I due quindi si ritroveranno a Londra, dove sarà subito chiara la sua estraneità a quel mondo: tutto quello che vede (dagli uomini, agli abiti, alla concezione della donna secondo una mentalità maschilista) per lei è qualcosa di anomalo. Scoperto il diabolico progetto del Generale Ludendorff (Danny Huston) e del suo scienziato di fiducia, la dottoressa Isabel Maru, di preparazione di armi di sterminio di massa, Trevor chiederà aiuto a due ex soldati. I tre andranno al fronte, scoppierà l’amore tra Diana e il Capitano, ma non tutto andrà per il verso giusto…
Potremmo definire Wonder Woman un film che unisce all’azione la commedia: lo si nota dalla costruzione dei dialoghi e delle diverse scene, che rivelano un’attenta cura ai dettagli. Di grande effetto la ricostruzione di Themyschira, per cui si è scelta la nostra meravigliosa costiera amalfitana: si avverte infatti il contrasto volutamente cercato con il paesaggio londinese e ancor di più con il Belgio devastato dalla guerra. Si è giocato così sui colori e sulla luce: grande plauso alla fotografia di Matthew Jensen, alla scenografia di Aline Bonetto e ai costumi di Lindy Hemming.
Perfette le interpretazioni dei diversi attori: Chris Pine veste egregiamente i panni dell’uomo “rozzo e mascalzone; realista ma ingiusto, romantico ma non smielato”. Niente male anche la Gadot, che sembra essersi calata perfettamente nel ruolo di chi ha ancora fede nel genere umano, cosa che oggi forse è quasi totalmente scomparsa. Per riprendere le parole della Jenkins: “Se solo riuscissimo a vedere il mondo come lo vede Diana”.
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