GP di Monaco: le pagelle del weekend che incorona la Ferrari come regina del principato
GP DI MONACO I VOTI – Una gara all’insegna del rosso, quella andata in scena sul tracciato monegasco. Le due Ferrari sono incontenibili e tornano a prendersi i primi due gradini del podio del GP di Monaco dopo una lotta tutta interna. Benissimo anche Sainz, Ricciardo e Bottas. Hamilton limita i danni, mentre per Alonso, pur dall’altra parte del mondo, arriva l’ennesima beffa di stagione. Ecco i voti completi.
VOTO 10: VETTEL – Altro giro altra corsa, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Vettel quest’anno nulla lo ferma. Non lo ferma la Ferrari che si guarda bene dal designarlo come prima guida. Non lo ferma una qualifica persa di un soffio rispetto al compagno di squadra. Non lo ferma una strategia che non gli consente di provare l’undercut. Non lo ferma la Safety Car e non lo ferma probabilmente il fatto che la corsa sia finita. Dicono che sia ancora lì, a girare 1:16:00 al giro, in piena trance agonistica, incurante del fatto che stiano smontando tutto e che ora tocca partire per il Canada. Appena riusciranno a farlo scendere dalla macchina e fargli capire che ha vinto, probabilmente dovranno dargli un volante per farlo addormentare e riposare un po’. Saluta e canta in italiano, va veloce come il vento ed è una furia. Era dai tempi di Schumacher che non ci esaltavamo così per un tedesco su una rossa. SCHUMIZZATO
VOTO 9: RAIKKONEN – Poteva essere il GP della vita, quello che, in barba a tutte le critiche e tutti gli scetticismi, ti rimette al centro del villaggio, lanciandoti di nuovo nell’olimpo dei piloti in lizza per l’alloro. Invece no. Diventa l’ennesimo weekend in cui il compagno di squadra dimostra di averne più di te, di essere più giovane, più simpatico e più forte. E tu dovresti limitare i danni, cercare di farti vedere felice, soddisfatto per la gara, invece a stento trattieni le lacrime e metti su quella faccia lì, di pietra. Come a un bambino a cui è appena caduto per terra il gelato più buono dell’universo, ma non puoi nemmeno frignare perché mamma ti ha appena fatto capire con gli occhi che se fiati prendi anche il resto da lei. Dopo la frittata del sorpasso di Vettel va nel pallone più totale e inizia a perdere un secondo al giro. Nel voto finale pesano come macigni anche i quattro secondi persi prima di superare Button, ultimo in pista, unicamente da doppiare. Chi sei davvero, l’Ice-man in grado di fare una qualifica da Senna o il bimbo che vorrebbe piangere ma non può? DR. JEKYLL E MR. HYDE
VOTO 8: RICCIARDO – Ancora una gioia per il buon Ricciardo che con quel sorriso lì, sul podio del GP di Monaco, riesce a far vergognare Kimi del muso lungo pur essendogli arrivato dietro. Conduce in porto una gara fantastica, consacrata dai fantastici giri con i quali riesce a scavare il solco che gli permette l’undercut su Bottas e su Verstappen. A occhio e croce la registrazione del compagno che dice: “Ma Ricciardo è già rientrato ai box ed è uscito davanti a me e Bottas? (con il resto prontamente censurato dalla FIA per evitare scomuniche) diventerà la sua traccia numero uno sull’I-Pod. Se il Raikkonen è una creatura avulsa dai sentimenti, lui è l’esatto opposto. ANTI-RAIKKONEN
VOTO 7: BOTTAS – Il buon Bottas, quando non è costretto nell’ordine a: pulire la macchina di Hamilton, portare in lavanderia la tuta sporca di Hamilton, assaggiare il cibo di Hamilton per vedere se è avvelenato, far passare Hamilton, impedire agli avversari di Hamilton di correre, portare le valigie di Hamilton nella stanza d’albergo, è anche un buon pilota, possiamo dirlo. Alla prima curva ho seriamente pensato che provasse una manovra “kamikaze” contro Vettel, immolandosi alla ragion di Stato, invece stavolta alza il piedino, si mette dietro e porta a casa un buon quarto posto, resistendo agli attacchi di Max e pagando unicamente l’essere messo in mezzo dalla doppia strategia Red Bull. ONESTO
VOTO 6: VERSTAPPEN – Max è cresciuto. Non è più il pilota azzardato e strafottente che avevo imparato a conoscere e amare lo scorso anno. Ora prende meno rischi, è molto più controllato, e non rappresenta più la mina vagante del circus. Tradotto, che noia. Una delle poche note positive della pessima passata stagione è stata talmente rimproverata da aver quasi messo la testa a posto. Oggi quando lo abbiamo visto montare le Ultra Soft ci abbiamo pensato tutti: ora fa un sorpasso impossibile e, con ogni probabilità, rovina la sua gara e quella di Bottas, facendo un enorme favore ad Hamilton. Invece resta dietro, abbaia ma non morde. Ridateci il vecchio Max grazie. RED BULL TI TOGLIE LE ALI
VOTO 5: HAMILTON – Per come si erano messe le cose il settimo posto di oggi era più che buono per il pilota inglese. La verità è che il GP di Monaco lui lo ha compromesso ieri, durante una delle qualifiche più sventurate degli ultimi anni. Arrivare a giocarsi tutto all’ultimo giro, proprio sotto la bandiera a scacchi qui è follia pura, più o meno come passeggiare per Napoli con la maglia della Juventus di Higuain la sera della finale di Champions. Questo rischio da un campione del mondo intenzionato a bissare l’esperienza non è accettabile. Ben venga la gara in difesa, ma dal prossimo GP tocca tornare ad attaccare seriamente, altrimenti dopo Rosberg potrebbe arrivare un’altra cocente delusione. SOTTOTONO
VOTO 4: ALONSO – Quest’anno il povero Nando è un po’ sfigato. Questo ormai dovrebbe essere chiaro a tutti. Ha rotto 329 motori Honda, compreso quello della Civic di sua moglie mentre andava a fare la spesa alla Coop mercoledì mattina a Bucignasco. Uno dice, vai in America un weekend, ti rilassi, corri la 500 miglia di Indianapolis ed entri nella leggenda, e sopratutto cacci via un po’ di sfiga. Peccato che il motore della sua Honda, dopo circa 150 giri, rendendosi conto che sopra ha proprio quell’Alonso lì, decide di rompersi. Anche questo. Dicono che nella notte lo stesso motore gli abbia messo il dentifricio nelle scarpe e gli abbia spento la caldaia durante la doccia. SATANA ESCI DA QUESTO MOTORE
VOTO 3: FERRARI – Uno dice, hai fatto doppietta, hai dominato in largo e in lungo il weekend, imponendo ritmo e cocenti delusioni al resto della compagnia e gli metti 3? Una persona normale potrebbe pensare che in qualche modo io abbia alzato il gomito o abbia qualche forma di infermità mentale che inizia a fare capolino. In realtà il voto 3 è unicamente per come viene gestita in casa Ferrari la faccenda tra i due piloti del team. Questo lasciarli liberi di correre e giocare, come bravi bambini, ci piace fino a un certo punto. Se l’obiettivo finale è vincere e piazzarsi davanti a quelle Mercedes lì, che magari oggi soffrono, ma domani possono sempre tornare a imporre il loro ritmo diabolico a ogni corsa, c’è bisogno che si scelga il cavallo vincente e che l’altro capisca che deve fare da gregario, altrimenti il povero Vettel se la dovrà vedere contro tutto e tutti e di fatto sarebbe svantaggiato rispetto ad Hamilton. BASTA FAIR PLAY
VOTO 2: PEREZ – Invidioso del gesto pirotecnico da Cirque Du Soleil di Button e Wehrlein, cerca anche lui di vincere il premio Nobel provando a sfatare la legge fisica dell’impenetrabilità dei corpi. Al posto del Nobel arriva invece una scontata collisione, che costringe il povero Kvyat al ritiro. I giudici vedono bene di sanzionarlo con un’inutile aggiunta di 10 secondi al suo tempo di arrivo, assolutamente ininfluente ai fini della classifica finale, e 2 punti in meno sulla superpatente che gli impediranno di prendere il set di padelle che tanto voleva. SOLOMONE CHI?
VOTO 1: BUTTON – Ok, Button non aveva ancora messo mano a queste monoposto, dimostrandosi un pilota quantomai esperto e capace, in grado di condurre la sua Honda con il polso giusto per quasi tutto il weekend. Cercare però di superare a tradimento il povero Wehrlein mentre viene doppiato, finendo per farlo prima impennare su due ruote, stile scuola di polizia, per poi vederlo spalmarsi di taglio contro le protezioni, costringendolo a restare così per una decina di minuti abbondanti, ci sembra una punizione eccessiva. Finisce la sua gara con la sospensione rotta e 3 posizioni di penalizzazione nella sua prossima gara, che a occhio e croce dovrebbe essere quella con i nipotini all’autoscontro delle giostre. AGENTE MAHONEY
VOTO 0: ERICSSON – Andare contro le barriere a Monaco può succedere, nulla di nuovo sotto il sole del severo tracciato monegasco. Se però contro le barriere ci finisci superando la Safety Car per sdoppiarti, qualche domanda devi fartela. Probabilmente l’incidente più inutile dell’anno: una perla di rara comicità che difficilmente dimenticheremo. FANTOZZI
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