Come si prepara un buon caffè?
“Il caffè è un piacere. Se non è buono, che piacere è”?
Chi non ricorda questo vecchio slogan, recitato per tanti anni dall’indimenticato Nino Manfredi quale tormentone televisivo nella pubblicità di una nota marca di caffè? Ed è proprio vero, per noi italiani la tazzina di caffè è sacra, forse più nel nostro Paese che in tutto il resto del mondo, Brasile compreso!
Due sono le categorie di caffè più aromatiche ed adatte alla preparazione tradizionale del nostro quotidiano, l’Arabica e la Robusta. La prima è senza dubbio la più diffusa, con un aroma forte e deciso. La seconda invece ha un sapore leggermente più amaro e corposo ed è più economica rispetto all’Arabica. Ma…al di là della qualità, che ovviamente ha la sua importanza, siamo sicuri di sapere davvero preparare un buon caffè?
Oramai, si sa, ci sono due distinte scuole di pensiero fra i consumatori: chi predilige capsule e cialde, indubbiamente più comode e pratiche, e gli irriducibili della moka, quelli che, cadesse il mondo, il caffè lo preparano e lo gustano ancora con la caffettiera. E allora vediamo qualche suggerimento per preparare al meglio l’uno e l’altro, partendo da quella più “moderna”: capsule e cialde. Innanzitutto, prediligiamo sempre miscele, e quindi capsule, originali, poiché se è pur vero che le compatibili hanno sicuramente un prezzo più conveniente, molto spesso sono di qualità inferiore e quindi, ovviamente, il gusto e la consistenza del caffè ne risentono. Stesso discorso vale per le macchine da caffè: la qualità anche i questo caso conta, quindi scegliete prodotti di livello e informatevi sulle recensioni e i modelli disponibili.
Poi, preoccupiamoci di riempire ogni volta il serbatoio dell’acqua, senza tenerlo pieno per la prossima tazzina, al fine di evitare sedimenti e formazione di calcare che danneggerebbero il gusto. Preferiamo acqua minerale in bottiglia a quella del rubinetto di casa, e che ovviamente sia naturale…Inseriamo la capsula (o la cialda, sempre meno utilizzata, però) solo quando la nostra macchina è arrivata alla giusta temperatura, per far scorrere poi la nostra crema di caffè possibilmente in una tazzina scaldata, per evitare bruschi cambi di temperatura della bevanda.
A questo punto non resta che decidere di arrestare l’erogazione del caffè quando ha raggiunto la misura desiderata, più o meno ristretto, secondo il gusto dei nostri ospiti. Tornando, invece, al metodo tradizionale della caffettiera, o meglio, della moka, partendo dal presupposto che sarebbe meglio scegliere caffè in grani e macinarlo al momento, partiamo col riempire fino alla valvola la caldaia della nostra caffettiera e, anche in questo caso, buona regola è utilizzare acqua in bottiglia.
E ora la fase più controversa! Riempire il filtro con il caffè e poi…pressarlo o no?
Il consiglio più diffuso, e che condividiamo, è quello di creare una piccola cupola e di non pressarla mai. Ora, dopo aver chiuso con una certa forza la moka, dobbiamo posarla sul fornello al minimo, ed aspettare l’ebollizione. Non appena vediamo la prima crema, spegniamo subito il fuoco e misceliamo un po’ il caffè appena salito con un cucchiaino ancora nella caffetteria, prima di versarlo.