Tragedia sull’Everest: tre alpinisti morti, un altro è disperso
Purtroppo è un tragico bilancio quello che giunge dal Nepal: in un tragico fine settimana sulla vetta più alta del mondo sono morti 3 alpinisti, mentre un altro risulta disperso. Secondo quanto annunciato dalle autorità locali e dagli organizzatori delle spedizioni, a perdere la vita sono stati lo statunitense Roland Yearwood di 50 anni, lo slovacco Vladimir Strba anche lui cinquantenne e l’australiano Francesco Enrico Marchetti di 54 anni, mentre risulta ancora disperso l’indiano Ravi Kumar. A quanto pare i quattro erano tutti alpinisti esperti, presupposto fondamentale per tentare la scalata di una montagna di 8848m, ma ciò non ha evitato la tragedia, facendo salire a cinque il numero degli alpinisti morti in questa stagione primaverile di scalata cominciata lo scorso marzo. Il corpo di Strba è stato portato al campo base 4 nel South Col, mentre Marchetti, originario del Queensland, secondo il quotidiano Himalayan Times, sarebbe morto nel versante cinese dell’Everest.
Dal lontano 1953, quando per la prima volta la vetta del cosiddetto “tetto del mondo” fu conquistata dal neozelandese Edmund Hillary che aprì così la strada dell’alpinismo estremo, sono stati moltissimi gli esploratori, spesso con esiti drammatici, ad avere l’ambizione di scalare l’Everest, a volte anche senza l’ausilio di ossigeno, come fecero per la prima volta nel 1978 Reinhold Messner e Peter Habeler. Solo quest’anno il Ministero del Turismo del Nepal ha rilasciato il numero record di 371 permessi per scalare la vetta più alta del mondo, ognuno dei quali costa normalmente intorno agli 11000 dollari. Sperando di non dover aggiungere altre vittime a quello che sembra essere un bollettino di guerra, si spera di avere presto buone notizie dell’alpinista disperso.
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