Stadio o Parlamento? Il Diritto alla Maleducazione

news img1 58442 protesta-cameraSchiaffi o pompini?” – si chiede con originale acutezza Manuela Campitelli su Il Fatto Quotidiano. Ovvero: è meglio essere accusate di essere in Parlamento perché si è compiaciuto sessualmente un dirigente o è meglio prendere direttamente schiaffoni?

Al di là del fatto che le due cose non si escludano necessariamente – anzi, è bello pensare che a prendere gli schiaffoni siano almeno quelle che davanti ai suddetti dirigenti hanno aperto la bocca non proprio per fare una osservazione intelligente – i fatti di ieri non si possono assolutamente ricondurre ad una presunta questione di genere ma – attenzione, arriva una parola desueta e pericolosa – di Educazione.
Che, poi, sia “meglio” comunque sedere in Parlamento, invece, non lo mette in dubbio nessuno: i privilegi appaiono evidenti. E uno dei privilegi che si sottovaluta di più è proprio questo pacifico, sottointeso Diritto alla Maleducazione.

Non si tratta di uomini o donne, di grillini, pidiellini o improvvisati nostalgici di sinistra (che dovrebbero vergognarsi a riesumare Bella Ciao mentre stanno votando un provvedimento che accorpa l’IMU per i cittadini con favori alle Banche), il Diritto alla Maleducazione in Parlamento è un Diritto Universale, riservato a tutti. A chi “piscia sulla bandiera”, a chi aggredisce fisicamente, a chi non ha capito che il Presidente della Repubblica non è solo un uomo ma anche una figura istituzionale che rappresenta Qualcosa, a chi infila favori per i propri gruppi d’interesse all’interno di provvedimenti che parlano di tutt’altro o anche a chi correttamente agisce in buona fede secondo quanto crede sia il bene del Paese.
Allo stadio, se vuoi scrivere “Juve mmerda”, non puoi seguire l’ispirazione del momento. Devi passare al vaglio dell’Osservatorio del Viminale e registrare all’albo la tua circostanziata opinione sulla squadra avversaria, con sufficiente anticipo.
Il bello del Parlamento, invece, è che chiunque può esercitare il proprio “Diritto de panza a sbottare lì per lì“. Occupare le stanze, incastrare il meccanismo, insultare il dirimpettaio della “tifoseria avversaria”. Salvo, poi, rivedere la propria posizione e passare dalla sua parte o al Gruppo Misto (quella sorta di pasta al forno del giorno dopo, fatta con gli avanzi della cena). Conosciamo più parlamentari che abbiano cambiato schieramento o romanisti divenuti laziali?
Se fuori dallo stadio scambi un paio di destri con qualcuno è, giustamente, “rissa aggravata”. Se lanci un petardo dalla curva, ti arriva un bel daspo. Se Mexes dà un pugno a Chiellini, sono 4 giornate di squalifica. Dove siedono oggi i parlamentari che si “strattonavano” ieri?
Ma d’altra parte, siamo fatti così, ci piace dare una seconda possibilità a tutti: hai avuto l’interdizione dai pubblici uffici? Ti mancano le stanze del potere? Che tenerezza! Dai, scrivi con noi la prossima legge elettorale!
di Valeria Biotti

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