Nel terzo municipio un registro per le unioni civili
Un primo passo contro l’omofobia è stato fatto dal III Municipio, che ha approvato l’istituzione del registro delle unioni civili, presso un apposito ufficio municipale, con l’espressa precisazione che “tale elenco non interferirà in alcun modo con i registri anagrafici e dello stato civile”.
A comunicarlo in una nota Yuri Bugli, presidente della commissione servizi sociali e presentatore della libertà, e Riccardo Corbucci, presidente del consiglio del III municipio. I consiglieri del Pd spiegano: “Il registro del III municipio sarà regolamentato nel rispetto del recepimento delle eventuali delibere dell’assemblea capitolina sul tema – spiegano i consiglieri del Pd – andando incontro alle richieste della cittadinanza e della società e, come precisato più volte dalla Corte Costituzionale, non contrasta con l’istituto familiare come garantito dall’art. 29 della nostra Carta fondamentale, ma costituisce piuttosto un avanzamento dei diritti dei cittadini”. Entusiasta si è detto il portavoce del Gay center Fabrizio Marrazzo, in seguito alle parole del sindaco Marino: “Da primo cittadino sono fermamente convinto che tutti debbano avere la stessa possibilità di manifestare i propri affetti, il proprio amore liberamente, senza per questo temere violenze odiose come quelle omofobe”.
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Ignazio Marino ha postato ieri sul suo sito un video in cui ricorda il caso di Guido Allegrezza, aggredito a Roma per il suo orientamento sessuale. La speranza è che a Roma vengano garantiti gli stessi diritti per tutti, ed è per questo che si è votata una norma per l’introduzione del registro delle unioni civili. Un voto già slittato una volta in seguito ad accese polemiche e scontri a Palazzo Senatorio, ma il sindaco ci crede: “Questo non cambierà la vergogna di un Paese, l’Italia, unico insieme alla Grecia a non avere una legge sulle unioni civili. Chi ha idee diverse dovrebbe ritirarsi perché vive nel passato ed è stato superato dal comune sentire. Perché Roma – aggiunge il sindaco – davvero non vuole confinarsi al passato, ma guardare al futuro. Un futuro dove tutti si sentano liberi e abbiano la possibilità di esprimere liberamente i propri sentimenti rispettati nella loro dignità”.