Cassazione, sentenza “rivoluzionaria”: si ai valori dell’occidente, no al Kirpan

La Corte di Cassazione ha condannato un cittadino di religione sikh respingendo il suo ricorso contro una sentenza del tribunale di Mantova che l’aveva condannato a 2000 euro di multa per il possesso del Kirpan, un pugnale rituale di grosse dimensioni, che gli adepti della religione sikh devono indossare obbligatoriamente per motivi religiosi. Per la prima volta la questione del Kirpan arriva davanti alla suprema corte anche se più volte la giustizia italiana si è occupata dell’argomento dato che la comunità sikh in Italia fa bei numeri, con circa 60.000 persone, il doppio degli ebrei per intenderci. Inoltre la comunità è molto localizzata geograficamente tra Lombardia, Veneto ed Emilia, tanto che il luogo di culto sikh più grande in Europa è stato inaugurato nel 2011 proprio in Lombardia a Pessina Cremonese.

Quindi negli anni è capitato molte volte che agenti delle forze dell’ordine abbiano portato davanti all’autorità giudiziaria persone di religione sikh dato che erano in possesso di un oggetto che a tutti gli effetti è considerabile come arma alla luce della nostra normativa. Le decisioni sono state contrastanti: nella grande maggioranza dei casi ha prevalso l’assoluzione dato che ad avviso dei giudici era preponderante l’interesse alla libertà religiosa. Il Consiglio di Stato si era espresso in materia già nel 2010 ed aveva detto chiaramente che il coltello rituale andava considerato un’arma. Una cosa va detta: che gli adepti della religione sikh devono si portare il pugnale per obbligo religioso ma che la loro religione gli vieta tassativamente di poterlo utilizzare per l’aggressione.

Comunque a questo giro si è espressa la suprema corte ed ha stabilito che il possesso del Kirpan non è lecito, in quanto il pugnale è da considerarsi un’arma, confermando quindi anche il pronunciamento del Consiglio di Stato. La Corte di Cassazione ha dovuto scegliere quale norma applicare tra quella che da libertà di religione e quella che limita il possesso di armi e la scelta è caduta sulla seconda. Nello spiegare il perchè della scelta la Cassazione ha espressamente detto che le religioni sono ben accette ma devono comunque rispettare i valori della civilta occidentale, di cui l’Italia è certamente una delle culle, e di conseguenza il suo ordinamento giuridico. Ovviamente il pollame dei politicanti si è subito ringalluzzito sperando di trovare del razzismo nella sentenza da cui trovare legittimazione. Ma sarà uno sforzo vano

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