Gp di Spagna: tutti i voti della bellissima gara del Montmelò
GP DI SPAGNA: UNA GARA OLD SCHOOL – Il GP di Spagna ha messo in mostra tutto lo spettacolo della F1 più pura, quello che tutti i tifosi chiedevano e cercavano da tempo. Un duello fantastico tra i due candidati in lizza per il titolo iridato, strategie, finte, malizie. C’è anche spazio per un piccolo tifoso in lacrime dopo la prematura uscita di Kimi Raikkonen, che viene invitato a entrare nella pit lane e può consolarsi con un toccante incontro con il suo idolo. Segno tangibile del rinnovamento iniziato con la fine dell’era Ecclestone e di una nuova politica di marketing e comunicazione da parte della proprietà americana. Ma vediamo nel dettaglio i voti di giornata.
VOTO 10: VETTEL – Non c’è nulla da fare, che vinca o meno il pilota tedesco è sempre il migliore in pista. Nonostante l’errore di ieri in qualifica che lo relega al secondo posto, in partenza è lestissimo a bruciare Hamilton e a prendersi subito la testa della corsa. Costruisce un buon margine di vantaggio limato solamente da una manovra non proprio sportivissima di Bottas che, nonostante sia il più lento in pista, resta fuori unicamente per bloccare il pilota tedesco, costringendolo a un epico sorpasso alla fine del rettilineo e dalla VSC che permette ad Hamilton di colmare il gap. Quando rientra per cambiare le gomme ormai il vantaggio non c’è più e il ferrarista si trova ruota a ruota con il pilota inglese, accompagnandolo fuori dal tracciato. I giri che seguono sono emozionanti, ma Vettel, costretto a montare le gomme medie, alla fine deve inchinarsi alla potenza della Mercedes aiutata dalle gomme più soffici. Resta il tempo per la solita incomprensione con Massa e per i rimpianti di un GP di Spagna a lungo dominato. ACCERCHIATO
VOTO 9: HAMILTON – La gara del pilota inglese, tolta la brutta pattinata in partenza, è pressoché perfetta. Riesce a sfruttare al meglio ogni fattore della gara, dall’aiuto del compagno alla scelta della strategia in regime di VSC, fino all’uso dei doppiati per proteggersi da eventuali rientri di Vettel. Non deve faticare per togliersi il compagno di squadra da davanti e anche il sorpasso sul tedesco della Ferrari avviene in condizioni di enorme vantaggio. Una gara non esaltante, ma che vale oro per il pilota inglese che, al contrario del rivale, può contare su tutto l’aiuto del mondo. Da manuale la gestione degli pneumatici soft fino alla fine, segno di un ritrovato feeling con la sua Mercedes. BRAVO E FORTUNATO
VOTO 8: WEHRLEIN – Il GP di Spagna del giovane Pascal è un piccolo capolavoro di strategia. La prima guida Sauber, sostituito a inizio stagione dal nostro Giovinazzi, contro ogni pronostico conquista un insperato ottavo posto. Partito quindicesimo, decide di andare su una strategia con un’unica sosta e al giro 33, complice la VSC, rientra al settimo posto. Peccato per l’errore in entrata di pit-lane che gli costa 5 secondi di penalizzazione e una posizione nella classifica finale, ma che nulla toglie a quella che è la vera e propria impresa di giornata. EPICO
VOTO 7: FORCE INDIA – Le due macchine rosa confetto continuano a stupire e incantare tutti per costanza e regolarità. Anche oggi Ocon e Perez arrivano in parata, quarto e quinto, confermando la Force India come quarta forza del campionato mondiale. Scavalcata stabilmente la Williams, ora nel mirino ci sono le Red Bull, mai veramente affidabili quest’anno. Certo, arrivare terzi nel mondiale costruttori sembra un’impresa veramente impossibile, ma con questa scuderia mai dire mai. PANZER
VOTO 6: RICCIARDO – Un podio è sempre un podio. Anche se arrivi a 1 minuto e 13 secondi dal vincitore. Anche se l’unica inquadratura di tutta la corsa arriva durante il pit-stop. Anche se non sorpassi nessuno e nessuno sorpassa te. Un podio è sempre un podio e questo di buono deve prendere il fin qui sfortunatissimo Daniel Ricciardo. Oggi l’episodio negativo di giornata capita al compagno di squadra, ma consigliamo alla svelta una benedizione nel box Red Bull. CHI L’HA VISTO?
VOTO 5: PALMER – Quando, a parità di macchina, il tuo compagno arriva sesto e tu arrivi quindicesimo, qualche domanda devi iniziare a fartela. Qualche domanda deve iniziare a farsela anche il team se Hulkenberg, fin qui, ha già raccolto 14 punti in chiave mondiale, e il povero Palmer 0. La sensazione è che il pilota non sia da F1, per sua fortuna non è il solo in pista (vedi sotto), ma quanto potrà durare? FANALINO DI CODA
VOTO 4: MERCEDES – La scuderia tedesca esce con la reputazione a pezzi dal GP di Spagna, nonostante alla fine esulti con Hamilton sul gradino più alto del podio. Nonostante tutti gli aggiornamenti portati qui, le Ferrari sono ancora lì, ruota a ruota, e allora ecco entrare in scena la malizia. Prima usano Bottas come tappo. Lecito certo, ma non troppo sportivo né spettacolare come atteggiamento. Poi cercano di far sbagliare la sosta alla Ferrari fintando un pit-stop, una cosa che non si vedeva da anni su una pista. Vincono certo, ma si vede che devono davvero provarle tutte per raggiungere il risultato. Sanno bene che conta solo il fine e non si fanno scrupoli del mezzo. MACCHIAVELLICI
VOTO 3: STROLL – Non ci siamo proprio. Il povero Stroll continua la sua tormentata stagione d’esordio in Formula 1. Siamo più o meno in zona Palmer, con l’aggravante che qui il compagno di squadra non gli risparmia un sorpasso di puro bullismo in una posizione assolutamente inutile ai fini di classifica e punteggio solamente per umiliarlo. Suvvia Lance, un po’ di amor proprio, almeno prova a difenderti, tira fuori gli attributi, se ci sono. BULLIZZATO
VOTO 2: MASSA – Peggio che essere bullizzati esiste unicamente bullizzare. Massa, in una gara in cui non ha più nulla da chiedere o da offrire, oltre a cercare di infastidire la Ferrari lasciando ambiguamente l’interno in curva sotto bandiera blu e rischiando di compromettere la gara di Vettel, sorpassa il povero Stroll unicamente per metterlo al suo posto, forse per fargli capire che in F1 non si scherza e quanti soldi hai, la famiglia da cui provieni non conta nulla. Un sorpasso di rabbia, quasi un sorpasso da lotta di classe. BULLO
VOTO 1: COMMISSARI – Se nell’era Ecclestone abbiamo assistito alla distribuzione di una marea di penalità che finivano per limitare e punire qualsiasi atteggiamento dei piloti, sia in difesa che in attacco, adesso pare si sia passati a una fase di liberismo assoluto. Il che porta a pochissime penalità, a grandi duelli, ma anche a qualche scorrettezza che passa inosservata. Sainz che cerca di superare la Haas in pit-lane forse era da sanzionare, così come Bottas che al via fa strike e manda Raikkonen a schiantarsi contro Verstappen, togliendone dalla gara due al prezzo di uno. Ecco, va bene la libertà, ma a volte alcuni piloti andrebbero fermati. DA UN ESTREMO ALL’ALTRO
VOTO 0: BOTTAS – Benvenuti a come rovinarsi carriera e immagine per far fare bella figura al proprio compagno. Docente: Bottas. Il buon Bottas, più che un pilota di F1, sembra un liceale che viene assunto dalla più grande multinazionale del mondo per essere sfruttato e fargli fare qualsiasi tipo di lavoro. Ecco, certamente il sedile Mercedes era molto ambito dopo il ritiro di Rosberg, che non ha mai dimostrato di essere uno accomodante arrivando a prendersi il suo titolo mondiale con le unghie e con i denti, ma Bottas sfiora il patetico. Al via si vede bene dall’alzare il piede quando Raikkonen lo passa, mandandolo a sbattere contro Verstappen. Non pago di averla passata liscia, continua a girare nonostante sia 3 secondi più lento di tutti in pista solo per fare da tappo su Vettel e costringendolo a un pericolosissimo sorpasso sull’erba, salvo poi srotolare il consueto tappeto rosso al compagno di squadra. Alla fine, giustizia divina gli manda a fuoco il turbo e ristabilisce un po’ di pace e giustizia nell’universo. Un solo suggerimento al paggio Bottas: va bene lavorare di squadra, ma cerca di ricordare che hai un’immagine da preservare oltre il contratto con la Mercedes. SOTTOMESSO di Spagna
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