Derby di Madrid: l’Atletico salva l’onore, ma in finale ci va il Real
DERBY DI MADRID ALL’ATLETICO – 26 minuti. Tanto è durato l’incubo per i tifosi del Real in questo combattuto derby di Madrid. La partita del Calderon, che tutti avevano immaginato come una mera formalità (visto il 3-0 dell’andata), si trasforma immediatamente in un sogno a occhi aperti per i padroni di casa. Dopo 16 minuti l’Atletico è già in vantaggio per 2-0, grazie alle reti di Saul e Griezmann su rigore. Per il Real l’onta di una storica rimonta diventa molto più che concreta e negli occhi di tifosi, giocatori e staff si materializza lo spettro di una clamorosa eliminazione ad opera dei rivali più odiati. 26 minuti d’inferno da un lato, di sogni e speranze dall’altro, destinati a invertirsi quando al minuto 41, su una fantastica giocata di Benzema, Kroos costringe Oblak al miracolo, ma la palla trova Isco pronto a ribadire in rete. La partita finisce lì, su quel gol in grado di gettare nello sconforto uno stadio completamente esaurito. Il secondo tempo è utile unicamente per le statistiche. Il Real perde la sua imbattibilità in Champions, ma lo fa nella partita meno importante. L’Atletico riesce finalmente a battere gli odiati rivali, ma lo fa nella partita più inutile.
LA SFIDA INFINITA – Il derby di Madrid, tra Real e Atletico, mai come in questi ultimi anni è diventato un classico del calcio europeo. Se da un lato il Real è sempre stato un top club mondiale, in grado di giocare ben 14 finali tra Coppa dei Campioni e Champions, vincendone ben 11 (record assoluto di vittorie per la massima competizione europea), il merito dell’aver elevato la stracittadina va sicuramente all’Atletico Madrid e all’enorme salto di qualità compiuto nell’era Simeone. I Colchoneros, infatti. con il Cholo in panchina hanno ottenuto una Europa League nel 2012, una Liga spagnola nel 2014 e ben due finali di Champions, nel 2014 e nel 2016, entrambe perse contro gli odiati Blancos. Risultati a dir poco incredibili per un club con capacità finanziarie molto inferiori ad altre contendenti, basato su una grande pianificazione e sull’immenso carisma del tecnico argentino.
LA FINE DI UN CICLO? – Ora per il Real si prospetta una durissima finale contro la Juventus, squadra forse meno dotata tecnicamente, ma certamente più solida, in grado di spegnere qualsiasi attacco incontrato in questa stagione. La sensazione è che per entrambe le squadre protagoniste del derby di Madrid, questa partita rappresenti un punto di svolta. Simeone sembra destinato verso altri lidi, così come molti dei suoi “fedelissimi”, un vero e proprio ciclo che si è chiuso con la vittoria più amara. Dall’altra parte si cercherà di riuscire là dove nessuno è mai riuscito prima, ovvero vincere due Champions League consecutive, ben 3 negli ultimi 4 anni e consegnare questo Real alla leggenda. Ormai tra i “reali” e la storia c’è solo una Vecchia Signora.
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