Maltese, il ritorno da 30.3% di share di Kim Rossi Stuart
Come volevasi dimostrare Maltese ha fatto il botto! Potremmo definirla una vittoria annunciata o meno, ma la matematica non è un’opinione, e ieri sera, sintonizzati in religioso silenzio su Rai1, c’erano la bellezza di 7.433.000 spettatori circa, che tradotti in termini di share erano pari al 30.3%. Un trionfo bello e buono, non solo per la Rai che certi numeri ormai, in questi tempi di vacche magre col marchio di Netflix sul posteriore, o se li sogna la notte, o se li gioca al lotto, o li raggiunge grazie all’inossidabile commissario Montalbano, ma anche per colui che ha prestato volto e baffo demodè a questo nuovo paladino televisivo, difensore della giustizia e di mamma Rai: Kim Rossi Stuart.
Kim Rossi Stuart alias Maltese, il commissario coi baffi e la chiave del successo
Insomma, come si accennava è stato un ritorno davvero in grande stile per Kim Rossi Stuart, l’attore romano ormai 47enne che è risbucato sul piccolo schermo dalle nebbie del tempo con quattro puntate in prima serata dopo una lunga assenza durata 12 anni (dalla tv s’intende). Affiancato da Francesco Scianna, Enrico Lo Verso, Valeria Solarino, Rike Schimid, Michela Cescon, per la regia di Gianluca Maria Tavarelli (che utilizza spesso e volentieri solo le inquadrature usate per girare i film) e avvallato dalla sceneggiatura di Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, il buon Kim ha centrato il bersaglio e ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo alla Rai. Che il prodotto fosse buono ne avevamo avuto già un vago sospetto vedendo la pubblicità che, furbescamente, ha precisato mediante una scritta/sirena incantatrice “Dai produttori del commissario Montalbano”, il che aveva già messo sull’attenti i cultori di quell’altro commissario siciliano, ma anche il resto degli spettatori che, memori del successo del “pelato”, si saranno detti “Guardiamo che cosa combina quello con i capelli”! Ma un’altra garanzia di qualità è stato Kim Rossi Stuart che, come sopra accennato, era assente dal piccolo schermo da un po’, e quindi perché non riproporlo? E poi, diciamocela tutta, Kim è sempre stato un attore di una certa bravura, e per i suoi fan, ottenebrati dalla felicità di rivederlo, non deve neanche essere stato troppo traumatico rivederlo dopo tanti anni con capelli brizzolati e baffi. Buona la prova di ieri sera, forse addirittura ottima: personaggio ben delineato, molto credibile, reso in modo discreto e poco altisonante così da catturare meglio l’affetto del pubblico che di certo non mancherà al prossimo appuntamento. L’approccio narrativo poi è prettamente “positivo”, nonostante proietti chi guarda la storia in un mondo che è decisamente violento, a stretto contatto con omicidi e sparatorie, che però, stranamente, non creano un clima di pesantezza grazie proprio al personaggio di Maltese che non è il classico sbirro duro, ma un uomo dolce, che ritrova a poco a poco pezzi della sua storia passata. La fiction, girata tra Roma, Latina, Trapani e Palermo, nonostante racconti vicende di fantasia, è ispirata a personaggi reali, come boss e politici dell’epoca, e la sua cornice naturale così spettacolare, che è la Sicilia e, in particolare, Trapani, avrebbe probabilmente reso suggestivo qualsiasi prodotto.
Maltese – Il romanzo del commissario sinossi
La storia è ambientata negli anni 70 e racconta un po’ quello che è stato (ma probabilmente è tuttora) il dolore di tanti validi investigatori realmente esistiti in una Sicilia flagellata dalla violenza. Il commissario arriva in Sicilia, terra dov’è nato e cresciuto, dopo diversi anni di assenza, trovandosi in prima linea nella lotta alla mafia. Una mafia che, proprio durante quegli anni, subiva una delle sue tante metamorfosi più preoccupanti, divenendo da agricola a urbano-imprenditoriale, grazie all’enorme quantità di denaro che le arrivava dal traffico di eroina. A quell’epoca, nella Trapani del 1976, la mafia è ancora considerata come un’invenzione di scrittori e giornalisti, una sorta di spauracchio per bambini finchè non si giunge, drammaticamente, all’inizio di una lunga guerra che porterà a frequenti spargimenti di sangue negli anni a venire, rendendo così reale, palpabile, questo fardello di morte che pesa sul nostro paese ormai da troppo tempo. Dario Maltese è fuggito dalla sua terra molti anni prima, portandosi come unico bagaglio un dolore lacerante, e, quando decide di tornare nella sua città, il suo migliore amico viene ucciso, ed in quel momento si rende conto che non è più disposto ad ignorare il suo passato e si dedica anima e corpo al futuro della sua terra. Diventa quindi il commissario capo della questura di Trapani, prendendo il posto dell’amico fraterno scomparso, e da inizio ad un lavoro che si rivela estenuante poiché si trova da solo a combattere contro qualcosa che, a detta di tutti, non esiste.
Insomma, il commissario Maltese non solo ha conquistato con la sua umanità, nonostante la delicatezza dell’argomento trattato, la simpatia degli abbonati Rai, ma ha anche dato un sonoro schiaffo morale alla povera e ignara Simona Ventura che, baldanzosa per l’esordio della seconda stagione di Selfie – Le cose cambiano, su Canale 5, ha portato (a sorpresa) a casa solo 2.937.000 telespettatori (il 15,58% di share).
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