La Roma scarica Totti, storia di una leggenda al capolinea

TOTTI CHI? – Finisce, nel peggiore dei modi possibile, la luminosa carriera di Francesco Totti con la maglia della Roma, e, con tutta probabilità, con il calcio giocato. Non che il rapporto fosse più quello di un tempo. Francesco è stato, per anni, una bandiera e un simbolo di romanità. Un vanto da portare con orgoglio in giro per l’Italia e per il mondo. Ma negli ultimi tempi qualcosa si era incrinato. Gli americani, di solito esperti conoscitori di marketing e strategie pubblicitarie innovative, hanno da subito voluto puntare su una connotazione, a loro dire, meno da “raccordo anulare“, salvo poi raccogliere solamente insuccessi e fallimenti.

L’ULTIMO SMACCO – In quest’ottica, tutt’oggi, è impossibile capire come nessuno all’interno di Trigoria abbia mai voluto sfruttare il brand Totti. Costruire attorno al suo ultimo anno da calciatore una storia di addio, una passerella per i saluti finali. Proprio in America, la Nike insieme ai Lakers, una delle squadre di basket più famose del pianeta, hanno praticamente sacrificato una stagione sportiva relegandosi ad un posto mediocre, per celebrare l’addio della loro stella, Kobe, uomo di punta della Nike e di tutto il basket. Un lungo addio, fatto di lacrime e ricordi, qualcosa costruito in modo grandioso, che ha reso giustizia a chi ha fatto la storia di quello sport. A Roma invece, non si è mai stati in grado di valorizzare l’elemento Totti, ma si è cercato in tutti i modi di metterlo da parte, di cancellarlo, come fosse un rischio per lo stesso marchio Roma.

LA PRIMA BOMBA DI MONCHI – Cosi ieri, durante la conferenza stampa di insediamento, il nuovo DS giallorosso Monchi ha lanciato la prima bomba della sua avventura, dichiarando che: “Totti ha già un accordo con la società, questo sarà il suo ultimo anno da calciatore, poi diventerà dirigente“, di fatto ponendo fine alla carriera di una leggenda assoluta, senza nemmeno dargli la possibilità di annunciarlo di persona. L’ennesimo affronto di una società che ha sempre guardato a Totti con timore, considerandolo un nemico e non una risorsa. Abbiamo perso il conto di quante volte, da quando si è insediata la nuova dirigenza, non si sia persa occasione per parlare male di Francesco. La cosa paradossale è che gli unici a mostrare rispetto per la sua storia, oltre, ovviamente, agli innamorati tifosi della Roma, sono stati gli avversari. Non ultimo il capitano della Lazio Biglia, che si è dichiarato orgoglioso di aver ricevuto da Totti la maglia dopo il derby.

CIAO TOTTI – Dunque finisce così, dopo ben 25 anni di sacrifici e dedizione ad una sola maglia, ad un’unica causa, spesso avara di risultati e soddisfazioni. Finisce nel peggiore dei modi, con una frase buttata li in un’anonima conferenza stampa. Senza parate, senza ringraziamenti. Forse bisognerebbe spiegare agli “americani” che il gioco del calcio non è unicamente soldi, diritti tv, plusvalenze, secondi posti, fair-play finanziario. Lo sport è emozione, fatica, storie, gioie, dolori, persone. E quella di Totti, per quanto amara nel finale, rimarrà una storia unica nello sport moderno.

 

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