Femminicidi in Italia, una piaga sociale
Femminicidi in Italia- Questi primi giorni di maggio 2017 si stanno rivelando terribili: 4 donne uccise in due giorni, una media assurda per gli standard nazionali. Eppure l’anno non sembra iniziato nel peggiore dei modi a livello statistico: stando ai numeri riportati dall’ANSA si parla di circa venti omicidi di donne a partire dal 1 gennaio, cosa che farebbe considerare il 2017 come un anno in cui questi crimini raccapriccianti siano in forte calo, seguendo un trend iniziato già nel 2013 ma che di fatto vede dei miglioramenti già da decenni. Se il 2013 è stato l’annus horribilis (anche peggiore del 2012) con 179 feminicidi, nei tre successivi il numero è decisamente sceso ai 136 del 2014, ai 128 del 2015 ai 115 del 2016 anche se non c’è un accordo totale sui numeri.
Femminicidi in Italia- In calo dunque ma molto lento. Il miglioramento si vede soprattutto se paragoniamo di dati attuali a quelli degli anni ’90 del secolo scorso ed ai primi anni del nuovo secolo, però poi questa discesa si è arrestata e in alcuni casi abbiamo assistito ad una recrudescenza della violenza omicida sulle donne pur senza mai tornare ai livelli registrati prima del 2004. Insomma un trend che è positivo si ma anche altalenante. L’Italia da questo punto di vista è sempre stata una nazione con i dati tra i migliori d’Europa. Potrebbe sembrare strano ma è così. Altra stranezza è data dal fatto che il Belpaese condivide questi dati coi paesi dell’Europa mediterranea, quella che dovrebbe essere più machista e maschilista come Grecia Spagna e Portogallo. Così come potrebbe sorprendere che la maggior parte dei femminicidi italiani avviene al Nord con oltre la metà del totale, mentre solo il 23% circa avviene al Sud.
Femminicidi in Italia- Perchè allora in questi ultimi anni l’allarme mediatico su questo tipo di crimini è tanto alto? Non sappiamo rispondere ma un dato salta agli occhi. Il fenomeno dell’omicidio in generale è in netto calo, anzi nettissimo. Si è passati dagli oltre 1400 omicidi del 1992 ai 621 del 2006 (ai 452 del 2011). Le sorprese inziano quando si analizzano gli omicidi per movente ciò il motivo del crimine. Quelli per furto o rapina nello stesso periodo sono passati da 120 a 53, quelli della criminalità oranizzata da 340 a 121, quelli dovuti a risse e “futili motivi” sono dimezzati, moventi vari da 779 a 186, ma il peggioramento è avvenuto per gli omicidi passionali e quelli che si consumano all’interno della famiglia, tra cui ovviamente i femminicidi sono frequetissimi. Quindi ciò che è davvero cambiato è la percentuale delle vittime femminili sulla massa degli omicidi; infatti i femminicidi, anche se stabili o in leggero calo assoluto come numeri, inseriti in un contesto di diminuzione drastica degli omicidi, risultano addirittura in aumento nella percentuale di vittime.