Ooho balls, arriva l’acqua che non si beve ma si mangia

La cucina moderna, in questi anni, è riuscita a trasportarci in una dimensione emozionale, trasformando un normale pasto in un’esperienza sensoriale capace di appagare non solo il gusto, ma anche il tatto, l’olfatto e la vista.
L’evoluzione dell’arte culinaria ci ha portato a percorrere territori inesplorati – come dimostrato dall’incontro a tavola tra la gastronomia e la chimica – eppure, fino ad oggi, tutto ciò non era bastato per farci aprire gli occhi sui reali risvolti che ciò avrebbe potuto avere.
Pur essendo consapevoli di come, con l’avvento della gastronomia molecolare e di tecniche come la sferificazione, tutto quello a cui eravamo abituati sia stato stravolto, nessuno aveva guardato a questa evoluzione da una prospettiva diversa, immaginandola come un’opportunità per contrastare l’inquinamento ambientale causato e accresciuto dalla dispersione e dall’accumulo di materiali, tra cui quelli plastici, impiegati per molti dei prodotti alimentari. Nessuno a parte gli ingegneri e i ricercatori dello Skipping Rocks Lab.

Ph: Hannah Mckay
Credit: Hannah Mckay

La startup britannica, sfruttando le ultime conoscenze riguardo le reazioni chimiche dei cibi, ha pensato a come elaborare un nuovo modo di concepire le modalità di assunzione dei liquidi, capace di contrastare la sovrapproduzione della plastica.
Il risultato? Le Ooho balls, ovvero delle capsule edibili biodegradabili, della forma di piccole gocce, che, rivestite da una membrana di calcio e alghe marine, a contatto con la bocca (schiacciate tra la lingua e il palato), si sciolgono rilasciando l’acqua o qualsiasi liquido al loro interno.
L’impiego di queste capsule, che possono essere conservate per circa 4-6 settimane, renderebbe inutile l’utilizzo delle bottigliette di plastica per contenere le bevande.
Si tratterebbe, quindi, di un’idea assolutamente innovativa, capace di far cancellare dal vocabolario il verbo bere, considerando che, da questo momento in poi, anche i liquidi potranno essere mangiati.

Non è difficile immaginare l’apprezzamento riscosso da questa invenzione. Gli ideatori delle Ooho Balls, infatti, sembrerebbero averci visto lungo non solo sul piano degli sviluppi ambientali ma soprattutto su quello economico: basti pensare, che, in seguito al lancio di una campagna finalizzata a raccogliere 400mila sterline necessarie per finanziare la loro produzione (dopo averle testate e vendute a Londra), l’azienda è riuscita a raccogliere migliaia di fondi da parte degli investitori interessati a portare avanti il progetto. L’obiettivo finale dello Skipping Rocks Lab, tuttavia, sarebbe ancora più ambizioso e punterebbe a esportare le Ooho balls in tutto il mondo.

E voi, siete curiosi di sperimentare questo nuovo modo di dissetarvi? Sembra proprio che non dobbiate aspettare molto per provarlo!

 

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