Alitalia: il governo esclude la nazionalizzazione

ALITALIA COMMISARIAMENTO- Il “no” al referendum sul preaccordo per il salvataggio di Alitalia produce subito il primo effetto: salta la ricapitalizzazione della compagnia e a giorni partirà il commissariamento. Per garantire la liquidità nei prossimi sei mesi all’azienda commissariata, il governo punta ad ottenere dalla Ue il via libera ad un prestito ponte.

All’indomani del referendum si è riunito il Cda di Alitalia che ha «preso atto con rammarico» della decisione dei propri dipendenti di respingere con il 67% dei voti contrari il verbale firmato lo scorso 14 aprile al Mise dall’azienda e dai sindacati, la cui approvazione «avrebbe sbloccato un aumento di capitale da 2 miliardi, compresi oltre 900 milioni di nuova finanza», che sarebbero stati utilizzati «per il rilancio della compagnia». Il Cda «data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione», ha deciso di «avviare le procedure previste dalla legge», ovvero la richiesta di ammissione all’amministrazione straordinaria. Ieri il presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, ha comunicato ufficialmente al presidente dell’Enac la decisione del Cda di avviare la procedura per la nomina del commissario.

Al Tg3, è il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ad indicare gli scenari futuri di Alitalia. “La cosa più plausibile, viste le dichiarazioni del Cda, è che si vada verso un breve periodo di amministrazione straordinaria che si potrà concludere nel giro di sei mesi o con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione. Se ci saranno aziende interessate a rilevarla è tutto da vedere, è prematuro a dirsi”. Sei mesi, aggiunge Calenda, anche perché l’Unione europea può dare l’ok a un aiuto pubblico per Alitalia “per un periodo di tempo limitato”, appunto “un orizzonte di sei mesi, a condizioni molto precise che vanno negoziate e che negozieremo sotto forma di prestito”. Si tratterà solo di un “ponte finanziario transitorio” e non di “una nazionalizzazione né di 5 anni di amministrazione straordinaria o di miliardi di euro di perdite”.

La nazionalizzazione di Alitalia è esclusa anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, mentre “il tema degli ammortizzatori c’è. “Alitalia è un’azienda privata: ora dobbiamo aspettare la decisione degli azionisti, poi siamo pronti ad applicare la legge per tutelare i lavoratori” dichiara a SkyTg 24. Per il ministro, il ‘no’ al referendum da parte dei lavoratori di Alitalia “produce un problema di molto difficile soluzione che danneggia gli stessi lavoratori. Perché hanno votato no? Una miscela di elementi: la rabbia per essersi trovati ancora una volta in crisi, una critica al management per i risultati che non sono venuti, scarsa fiducia nel piano”.

 

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