Moby Dick, la biblioteca che verrà
Si chiama ‘Moby Dick la biblioteca che verrà’, l’ ultimo esempio di spazio rivendicato con risolutezza dalla cittadinanza come alternativa vitale, dinamica e costruttiva all’immobilismo “burocratese”.
Venerdì mattina un gruppo di attivisti legati a varie realtà sociali del Municipio VIII e non – tra cui il laboratorio territoriale Play; il collettivo della Casetta Rossa; l’associazione Nessun Dorma; Action Diritti InMovimento; La Strada – ha occupato i locali di via Edgardo Ferrati, di fronte al Palladium, nel cuore di Garbatella.
<<In zona l’edificio è conosciuto come Proietti Mobili. In realtà si tratta degli antichi bagni pubblici costruiti da Innocenzo Sabatini ad inizio secolo. Per molti anni lo stabile ha ospitato un salone espositivo di mobili e, oggi, versa in stato di abbandono. Sul suo futuro grava l’ambiguità che da sempre ha caratterizzato la gestione del patrimonio pubblico da parte dell’ATER; un’ambiguità che è spesso sfociata in operazioni speculative>>. Immediatamente sono partite iniziative, assemblee, tavoli di progettazione, dove l’affluenza continua dimostra l’esistenza concreta di un desiderio condiviso, all’interno del quartiere e fuori da esso, di recuperare e ridestinare ad uso collettivo i beni comuni. <<Abbiamo aperto una porta perché si potesse aprire per tutti>> queste le prime dichiarazioni degli occupanti. <<Non vogliamo però promesse, ma atti concreti. Lo scorso novembre il Consiglio del Municipio Roma VIII ha infatti votato all’unanimità un atto per fermare ogni tentativo di speculazione sull’ immobile e destinarlo a un utilizzo pubblico proprio per attività culturali. Alle parole però non sono seguiti i fatti e la mozione municipale è rimasta lettera morta. Di fronte all’immobilismo delle Istituzioni vogliamo essere noi i custodi popolari di questo percorso di rigenerazione urbana. Ce ne andremo solo quando il Commissario dell’ATER, ente proprietario del bene, il Comune di Roma e la Regione Lazio si impegneranno formalmente ad avviare l’iter amministrativo per realizzare proprio qui una biblioteca comunale e un centro culturale a disposizione dei cittadini del municipio>>. Si è trattato quindi di una rivendicazione non violenta e mirata a scuotere l’ inettitudine delle rappresentanze sonnecchianti: nel Municipio VIII non esiste, in effetti, una biblioteca che possa funzionare da spazio di aggregazione culturale.
Per tutta risposta il gruppo Pd, che insieme a Sel detiene la maggioranza in municipio, invece di cogliere la palla al balzo e trasformare le critiche subite in prodotto positivo, ha condannato duramente l’azione tirandosi indietro dalle trattative già in atto. In effetti, da quanto emerge dalle dichiarazioni fornite, l’unico motivo lampante di questa presa di posizione contraria, più che nella dinamica dell’occupazione stessa, sembra risiedere nella rivalità del partito con Sel, che al contrario appoggerebbe le ragioni della manifestazione. <<Crediamo che la mancanza di spazi culturali, come le biblioteche, nel territorio del Municipio VIII, sia un problema da affrontare subito nelle sedi appropriate, e non con improvvisati atti di forza>> si legge infine nella nota diffusa dal Pd, che annuncia di aver addirittura presentato un’interrogazione al Sindaco <<per conoscere quali azioni saranno intraprese per ripristinare la legalità nel Municipio VIII, oggetto di continue occupazioni di locali pubblici>>. Nulla ha l’aria di essere stato lasciato all’improvvisazione, invece, nell’operazione di <<gestione condivisa e progettazione partecipata>> di Moby Dick, dove gli obiettivi sono sembrati da subito molto chiari: mentre signore e signori accorrevano a portare buste di libri, giovani e meno giovani si recavano a studiare e firmare per la destinazione dei locali; mentre si aspettava ancora la firma che sancisse l’accordo con il Comune, l’intenzione era già quella di catalogare i testi per preparare un fondo per la futura biblioteca. In contemporanea, una proposta importante è l’istituzione di un centro di documentazione sulla memoria storica del quartiere: dalla Resistenza alla Liberazione, al dopoguerra, fino ai movimenti dei decenni successivi.
Nel primo pomeriggio è giunta notizia dell’ottenuta firma di un accordo istituzionale fra Regione Lazio, Roma Capitale, Municipio VIII, Laziodisu e ATER: scongiurata ogni futura destinazione privata dello stabile e riconosciuto il valore storico ed architettonico, gli ex bagni pubblici diventeranno finalmente un centro culturale polifunzionale con un finanziamento di un milione di euro per la riqualificazione della struttura, la cui gestione è stata ceduta da Ater a Laziodisu per la realizzazione di servizi afferenti al diritto allo studio.
Dopo questo indiscutibile successo, manca quindi ancora una biblioteca vera e propria, ma sempre più radicata è l’identità culturale di un fermento di cittadinanza attiva in continua maturazione. Una realtà forte e sorprendente che con le sue proposte, in verità, sembra essere un pericolo per i comodi allori dove sono seduti coloro che – stipendiati – dovrebbero darsi da fare, piuttosto che per la legalità dei cittadini che invece troppo spesso aspettano invano – e a caro prezzo – di essere rappresentati.