NBA: bilancio di metà stagione

La NBA ha valicato la soglia di metà campionato e fra circa venti giorni mostrerà al mondo lo show dell’All Star Game. Cosa ci ha detto la stagione finora? Sorprese e delusioni, protagonisti e dolori azzurri, percorrendo la strada verso i playoffs, con uno sguardo anche al futuro

 

Eravamo rimasti al cordone allestito per la festa di San Antonio nelle fasi conclusive di gara sei, alla rimonta di Miami, ai 37 punti di LeBron James in gara sette che riportarono il titolo a South Beach.
Sono trascorsi sette mesi e le due grandi sono sempre ai vertici, ma altri stanno cercando di inserirsi nella corsa all’anello. Anzitutto gli Indiana Pacers, che contesero fino all’ultimo il successo degli Heat nella Eastern Conference dell’anno scorso e che oggi vantano il miglior record della lega. A 23 anni, Paul George è ormai uno dei giocatori più dominanti in circolazione, Roy Hibbert è fondamentale sotto i tabelloni, Lance Stephenson è in continuo progresso, Danny Granger pare aver risolto i suoi gravi problemi alle ginocchia. Qualche scricchiolio per Miami. Dwyane Wade ha già saltato tredici partite, dalla sua salute dipendono molte delle speranze di three-peat dei campioni, sempre guidati da sua maestà LeBron.
Dietro alle due corazzate, il quadro generale dal lato dell’Atlantico non offre gran chè. Ci si aspettava tanto dalle newyorchesi, ma i Knicks stanno annaspando, al momento sarebbero fuori dalla post-season. Va un po’ meglio Brooklyn, partita male ma in netta ripresa nel 2014. Atlanta e Toronto sono finora le rivelazioni, mentre il nuovo infortunio a Derrick Rose ha provocato un duro contraccolpo a Chicago, precludendole qualunque ambizione. Franchigie tradizionali quali Boston e Filadelfia sono in ricostruzione ed attendono con fiducia il prossimo draft. {ads1} Come al solito, ad Ovest vincono molte più partite che ad Est. Memphis è al momento la prima delle escluse per i playoffs, ma se giocasse in una division orientale sarebbe addirittura al terzo posto!
A guidare la graduatoria della conference è Oklahoma: Russel Westbrook è fuori da Natale, lo scorso anno la sua assenza causò ai Thunder una precoce eliminazione. L’attuale stagione sta però mostrando il miglior Kevin Durant di sempre, top scorer della lega con 31,1 punti di media ed in corsa per il titolo di MVP. Staccati di poco troviamo i soliti Spurs del trio Parker-Duncan-Ginobili, corroborati dai costanti progressi del 22enne Kawhi Leonard e dalle triple di Marco Belinelli.

L’autentica sorpresa di questa stagione è Portland, fuori dai playoffs nove mesi fa, terza oggi. Al secondo anno NBA, Damian Lillard sta vivendo un’ascesa impetuosa e forma con LaMarcus Aldridge un duo destinato a regalare enormi soddisfazioni alla città dei Simpson.
Il lato del Pacifico è ricco di potenziali outsider per quando si farà davvero sul serio, i Clippers di Chris Paul, i Warriors di Stephen Curry, i Rockets di un Dwight Howard lontano dagli stenti losangelini. Minnesota rimane sospesa tra potenziale infinito e resa non all’altezza, disastrosi i Lakers, aggrappati agli acciacchi di Kobe Bryant.

Più ombre che luci dagli italiani. Molto meglio del previsto Belinelli a San Antonio, l’ex Fortitudo avrà anche l’onore di partecipare alla gara da tre punti all’All Star Game. Stava giocando bene Bargnani ai Knicks, ma ora si è dovuto fermare a causa di una frattura al gomito. Danilo Gallinari è stato costretto alla terza operazione al ginocchio dopo l’infortunio dello scorso aprile, i Nuggets lo rivedranno nel prossimo campionato. Solo panchine per Datome a Detroit.

Questi infine i quintetti scelti dagli appassionati in vista dell’All Star Game (14-16 febbraio)
Ovest: Kevin Durant, Stephen Curry, Kobe Bryant, Blake Griffin, Kevin Love.
Est: LeBron James, Paul George, Carmelo Anthony, Dwyane Wade, Kyrie Irving

 

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