Caos firme false M5S: Nuti e Di Vita si autosospendono
Dopo il rinvio a giudizio nell’inchiesta delle firme false e il diktat di Grillo, arriva la decisione dei parlamentari coinvolti che, dopo essere stati sospesi in autunno dal M5S, anticipano la votazione interna indetta dal leader e si autosospendono anche dal gruppo parlamentare.
SCONTRO INTERNO IN SICILIA- La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio dei 14 indagati nell’inchiesta sulle false sottoscrizioni delle Comunali di Palermo nel 2012. Coinvolti tre parlamentari nazionali grillini: Riccardo Nuti, ex capogruppo del M5S alla Camera, Giulia Di Vita e Claudia Mannino. Oltre a loro rinviati a giudizio anche due consiglieri regionali e il cancelliere che attestò la veridicità delle centinaia di firme che, secondo la Procura, i militanti Cinque Stelle ricopiarono in una notte dopo essersi accorti che per un errore di compilazione quelle originali erano inutilizzabili.
Nuti reagisce e si difende dalle accuse, definendo la vicenda «una montatura per farci fuori politicamente» e punta il dito contro Ugo Forello, candidato sindaco del Movimento a Palermo. Tramite un esposto alla Procura, poi archiviato, Nuti e gli altri parlamentari nazionali accusano Forello di aver orientato le dichiarazioni di Giorgia La Rocca, testimone chiave dell’inchiesta sulle firme false. Si apre così una voragine all’interno del M5S in Sicilia: da un lato gli esponenti nazionali del M5S come Nuti, Di Vita, Mannino e dall’altro gli esponenti locali che appoggiano il candidato Forello.
IL DIKTAT DI GRILLO- Per spegnere le polemiche del Movimento a Palermo deve intervenire in prima persona Beppe Grillo: «In seguito alle dichiarazioni dei portavoce sospesi dal Movimento 5 Stelle Nuti, Mannino e Di Vita riportate dai giornali, in cui viene attaccato il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Palermo e in cui vengono fatte considerazioni sulla magistratura che non coincidono con i nostri principi, verrà chiesto ai probiviri di valutare nuove sanzioni oltre a quelle già applicate. Ho anche chiesto ai capigruppo del Movimento 5 Stelle di raccogliere le firme dei parlamentari necessarie per indire la votazione dell’assemblea dei parlamentari per procedere anche alla sospensione temporanea dal gruppo parlamentare dei sospesi, fino a che sarà in vigore la loro sospensione dal Movimento 5 Stelle come già stabilito dai probiviri».
La votazione era prevista tra martedì e mercoledì, ma per evitare uno strappo troppo forte con la base Nuti decide di autosospendersi, sperando di poter tornare all’interno del Movimento una volta chiarita la sua posizione giudiziaria.
LE SECONDA AUTOESCLUSIONE – «Faccio mie le parole di Riccardo Nuti di cui apprezzo infinitamente il gesto che condivido in toto, ho deciso anche io, infatti, di autosospendermi dal gruppo parlamentare per tutta la durata della mia sospensione dal M5S». Queste le parole con cui Giulia Di Vita annuncia di aver aderito alla decisione di Nuti. «Ritengo – continua la parlamentare in un post su Facebook – che il gruppo parlamentare del Movimento non debba impiegare tempo ed energie in questo modo, prestando il fianco al sistema politico-mediatico già pronto ad approfittare di occasioni del genere per strumentalizzare qualsiasi cosa e alimentare il solito teatrino messo su per tentare di attaccare il M5S. Capisco, inoltre, la difficile posizione in cui si ritroverebbero colleghi al cui fianco lavoro, orgogliosamente da 4 anni, molti dei quali diventati amici, costretti a pronunciarsi su di me».
Ancora da chiarire la posizione della terza parlamentare indagata, Claudia Mannino, che non ha ancora deciso di autoescludersi come i suoi colleghi indagati.