GP del Bahrain: trionfo Ferrari con Vettel, ecco le pagelle del terzo weekend di F1
GP DEL BAHRAIN – La Ferrari, dopo il secondo posto in Cina, torna alla vittoria e trionfa nella terza gara del mondiale di F1 2017. Vettel è autore di una gara stratosferica, Raikkonen parte in sordina ma si risveglia con dei sorpassi fantastici. Hamilton paga una brutta partenza, ma in pista è il più veloce. Ecco tutti i voti dei protagonisti di questo weekend di corse motoristiche.
VOTO 10 : VETTEL – Altro giro, altra corsa, venghino signori venghino. Vettel, in questo inizio di stagione, è semplicemente inarrestabile. In qualifica prende mezzo secondo dalle due Mercedes, quanto basta per scoraggiare chiunque, ma non lui. Pronti via, si mangia subito Hamilton alla prima curva, poi si mette a caccia di Bottas. La Ferrari è molto più veloce nel settore centrale, ma il rivale riesce ad allungare ogni volta proprio prima del rettilineo finale. Ecco allora la scelta, coraggiosa, di cambiare subito le gomme, scelta premiata dall’ingresso della Safety Car poco dopo, che gli regala il comando della corsa. Di lì in poi non sbaglia più un colpo, gestisce le gomme quando deve gestire, e le cambia quando deve cambiarle per mantenere la posizione su Bottas. Per ora primo posto nel mondiale, e viste le premesse di inizio stagione, va più che bene così. TRIONFATORE
VOTO 9: HAMILTON – Fine settimana di alti e bassi per il pilota inglese. In qualifica si vede soffiare la pole, per un soffio, dal compagno di squadra. In gara parte male, facendosi scavalcare da Vettel e dimostrando che quando si trova dietro non sempre è il pilota più lucido. Cerca di ostacolare Ricciardo per non farsi sorpassare ai box durante le operazioni di cambio gomme in regime di Safety Car, manovra che gli costa 5 secondi di penalità. Poi si mette in modalità squalo e inizia a martellare tempi da record in serie, ma non bastano ugualmente per andare a riprendere il rivale tedesco. Le strategie di squadra gli tolgono anche l’imbarazzo di dover effettuare sorpassi in pista, e, a conti fatti, la sua gara non è memorabile, ma resta sempre il pilota da battere. VOLEVI LA BICICLETTA, ORA PEDALA
VOTO 8: PEREZ – Gara monumentale del buon Perez che, partito terzultimo in griglia, finisce settimo, dietro alla Williams dell’eterno Massa. Rimonta ben 11 posizioni e, nella F1 degli “altri”, compie un vero e proprio miracolo sportivo. Oggi non gli si poteva chiedere più di così. La Force India è la diretta rivale della Williams come quarta forza costruttori del campionato e questo è ormai un dato di fatto. INDEMONIATO
VOTO 7: RAIKKONEN – Weekend dai contrasti forti per il pilota più osservato del circus. Il GP del Bahrain ci restituisce un Raikkonen in versione Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Qualifiche così così. Partenza disastrosa. Tanti giri persi dietro a Massa con la Williams. Poi uno scatto di orgoglio, arrivano i sorpassi, arriva lo spettacolo. Il sorpasso su Ricciardo è roba da cineteca. Forse con un cambio di gomme più celere, nella seconda sosta, avrebbe potuto anche insidiare il podio di Bottas. Alla fine, tra errori e magie, il sette è d’incoraggiamento, per un pilota che ora più che mai sembra avere bisogno di fiducia. POSITIVO
VOTO 6: BOTTAS – Il weekend, per come si era messo, poteva essere di quelli da ricordare per sempre. Prima pole, soffiata di rabbia e talento a un cannibale come mister Lewis. Poi in gara, semplicemente non pervenuto. Va bene accettare l’idea di essere una “seconda guida”, e, a differenza di Rosberg, eseguire tutti gli ordini da bravo soldatino, ma la frenata che effettua per farsi passare dal compagno di squadra a momenti genera una tamponata epica, roba da raccordo anulare alle 8 di mattina. Se l’idea è quella di mettersi buono buono senza dare fastidio a nessuno forse gli attributi non sono quelli giusti per quel sedile lì, nonostante Hamilton sia felicissimo così. DILIGENTE
VOTO 5: MERCEDES – Sotto pressione anche i tedeschi sbagliano. Il team che per un triennio è stato di un altro pianeta rispetto agli altri, improvvisamente si riscopre fallibile. Le avvisaglie le avevamo viste già in Australia, e oggi pare chiaro che, messi sotto pressione, sono tutt’altro che strateghi infallibili. La Ferrari vince il GP del Bahrain azzeccando il rientro anticipato di Vettel e, grazie anche a un pizzico di fortuna (l’ingresso della SC), obbliga la Mercedes a fare quello che le riesce peggio, dover rincorrere. Inspiegabile, ad esempio, la scelta di montare le soft su Hamilton a 17 giri dalla fine, scelta che sorprende lo stesso pilota inglese, e questo, in una F1 iper tecnologica e iper connessa, sembra davvero una cosa d’altri tempi. UMANI
VOTO 4: RED BULL – Quattro è un voto molto basso per la Red Bull, forse troppo. Magari meritava qualcosa in più, ma, se con Ricciardo portano a casa un quinto posto privo di particolari acuti, dopo essere partiti quarti in griglia, e la rottura ai freni che ha costretto al ritiro Verstappen non è un segnale incoraggiante per il futuro. Le due Red Bull sembrano sempre sul punto di poter fare il salto di qualità, ma non hanno ancora cambiato marcia. Ad oggi non si capisce se ci siano i margini per diventare un fastidioso ago della bilancia tra Ferrari e Mercedes, oppure se siano relegati a mero collante tra la quinta posizione e il resto del gruppo. Solo il tempo ci dirà se sono carne o pesce. INSIPIDI
VOTO 3: ALONSO – La power unit Honda, quest’anno, è quello che è, ormai si è capito. Si è capito anche che il pilota spagnolo è nervoso, teso, e ha già perso pazienza e speranze per quanto riguarda questa stagione. Questo però non giustifica fino in fondo i commenti al vetriolo durante i team radio. Sei pur sempre un pilota, un pilota tra i più forti e combattivi in attività e hai sposato un progetto e vieni pagato fior di quattrini per cercare di mandare avanti nel migliore dei modi quel progetto. Fare battute, gettare continuamente fango sul lavoro di ingegneri, ragazzi, tecnici e quant’altro, litigare con il grande boss della Honda nei box, prendere e partire per andare a fare altro durante la stagione in corso, non credo sia un atteggiamento giusto o d’esempio verso questo sport. Nessuno nega che sia una stagione fallimentare, l’ennesima, e nessuno nega che si poteva e si doveva fare di più, ma questo atteggiamento, alla terza gara, sa davvero di resa incondizionata. Ci vorrebbe più rispetto verso tutti quelli che si fanno il mazzo giorno e notte per cercare di salvare il salvabile. IL TROPPO STROPPIA
VOTO 2: ERICSSON – Il voto a Ericsson non deriva dal fatto che sia partito penultimo per poi ritirarsi, mentre il compagno di squadra Wehrlein, a parità di monoposto, è partito tredicesimo e arrivato undicesimo, appena fuori dalla zona punti. Il voto è figlio dello sciagurato modo di fermare la sua Sauber proprio in traiettoria di curva. Ora, nessuno dice che se ti cede il motore devi per forza arrivare a mettere la macchina nel miglior punto possibile, ma nemmeno fermarti così, a bordo curva, costringendo i commissari a spostare la macchina con il rischio di una carneficina in caso di uscita di pista di un’altra macchina. Fosse entrata la Safety Car, probabilmente, avremmo assistito a un finale del GP del Bahrain completamente diverso. Non sembra in ogni caso giusto che l’ago della bilancia possa essere un gesto così scriteriato e immotivato. PERICOLOSO
VOTO 1: SAINZ – Che Stroll non fosse simpatico lo avevamo capito già da un po’, ma da qui a disegnargli un grande bersaglio sulla macchina e giocare a buttarlo fuori ogni GP ce ne passa. Questa volta è Sainz che, senza una vera spiegazione logica, arriva a staccare tardissimo appena uscito dai box, e, forse a causa delle gomme non in temperatura, centra in pieno il povero rookie della Williams. Risultato: gara finita per entrambi. Non che Stroll stesse facendo il GP della vita, anzi, ma la fortuna non lo sta nemmeno aiutando, magari il bonus se lo è speso tutto quando è nato dove è nato. KAMIKAZE
VOTO 0: HONDA – Se Alonso, per le sue continue intemperanze oggi prende un bel 3, la Honda (e dico proprio Honda, non Mclaren) oggi prende 0. Da un lato l’ennesimo motore rotto, dall’altro uno dei due piloti che nemmeno parte, e anche il GP del Bahrain diventa uno stillicidio per tifosi e piloti. Anche un santo perderebbe la pazienza, figuriamoci uno sanguigno come Alonso. La tempistica delle rotture, poi, è da perfetto “drama” cinematografico. GP di sofferenza, sorpassi subiti, sorpassi fatti e poi, a due giri dalla fine, addio potenza del propulsore e addio sogni di finire la gara. Fa male al cuore vedere una scuderia gloriosa come la McLaren annaspare così. MIRACOLO CERCASI
Andata in archivio anche la terza tappa del mondiale 2017 di F1, con il GP del Bahrain, l’appuntamento è per domenica 30 aprile in Russia.
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