Femminicidio in Italia, 3 nuovi casi a Ortona e Camisano Vicentino
La paura di perdere tutto, l’odio e la furia omicida incontrollabile continuano ad essere gli ingredienti principali dei nuovi casi di femminicidio in Italia. In un solo giorno due città diverse, Ortona e Camisano Vicentino, hanno fatto da sfondo a nuovi episodi di violenza sulle donne, tutti consumati all’interno delle mura domestiche: il primo, avvenuto due giorni fa nella provincia abruzzese, è stato messo in atto dal sessantenne Francesco Marfisi, il dipendente della Cogas che ha ucciso a coltellate prima la moglie, Letizia Primiterra, la quarantasettenne che lo aveva lasciato e si era rivolta ad un centro anti-violenza a causa dei suoi maltrattamenti, poi la migliore amica di lei, Laura Pezzella, di 33 anni.
Stando a quanto ricostruito dalla testata Il Centro, i delitti sono stati commessi in due luoghi differenti, uno in via Zara, il quartiere popolare di Ortona dove la Primiterra, rifugiata a casa di un’amica, era stata contattata e colpita mortalmente per 32-33 volte dall’ex coniuge, e l’altro nella contrada Tamarete, dove abitava la Pezzella.
Dopo aver commesso i due omicidi l’uomo, tornato sulla prima scena del crimine e fermato dai carabinieri, era intenzionato a togliere la vita ad una terza vittima, la stessa donna che aveva accolto Letizia in casa insieme alla figlia incinta di cinque mesi.
Due episodi eclatanti, figli di una rabbia incontrollabile a danno di chi, anziché tacere, si fa carico di denunciare le violenze o aiuta chi subisce maltrattamenti, due casi di femminicidio in Italia che, come abbiamo ricordato prima, non sono gli unici ad essere stati consumati in giornata: l’altra vicenda, infatti, è legata a una burrascosa e violenta lite tra due coniugi di Camisano Vicentino, nel Veneto. Il responsabile dell’omicidio, Mirko Righetto, ha ucciso, nella notte, la moglie Nidia Roana Loza Rodriguez, una cittadina italiana di origini colombiane che, stando alle dichiarazioni del diretto interessato, costituitosi alle forze dell’Ordine subito dopo l’uccisione della compagna, lo avrebbe minacciato, a litigio concluso, d’impedirgli di vedere la loro figlia.
L’uomo, che ha alle spalle precedenti penali per rapina e uso di sostanze stupefacenti, è stato trasferito, dopo la confessione di ieri, alla casa circondariale alla casa circondariale San Pio X di Vicenza.
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