Legge elettorale, il punto (di non ritorno)
Legge elettorale il punto
Legge elettorale, a che punto siamo? A un punto di stallo. Dopo l’ennesima sentenza della Consulta, che ha bocciato anche l’Italicum a distanza di dodici anni dal Porcellum, in questo Paese una legge elettorale degna di nota non si vede dai tempi del Mattarellum. A Montecitorio si discute e discute, ma le soluzioni in campo non danno ancora nessuna certezza.
Ballottaggio e possibilità di scelta del collegio d’elezione, questi gli aspetti dell’Italicum bocciati dalla Corte Costituzionale il 25 gennaio scorso. E da allora, qual è stata la risposta della politica? Tutto è rinviato a fine maggio in attesa che si chiudano le urne delle primarie nel Partito Democratico. Sino a quel momento c’è da aspettare, anche se ormai questo è il terzo rinvio delle Camere sulla questione. Ad perpetuam rei memoriam, tuttavia, non stona un ripassino sulle proposte avanzate dai diversi schieramenti politici. Ripercorriamole qui.
PARTITO DEMOCRATICO – Il PD sembra avallare un maquillage dell’Italicum, una via di mezzo tra questo e il Mattarellum. Trattasi della trentesima proposta di legge presentata dal 13 marzo ad oggi, e consiste in un sistema maggioritario che in caso di “non vittoria” si trasformerebbe in un proporzionale. In più, un ritorno al doppio turno in linea con i correttivi inseriti nella sentenza della Consulta: soglia minima del 20% per accedere alla fase di voto successiva, quorum di validità al secondo turno del 50% e limite del 40% in entrambe le Camere per conquistare il premio di maggioranza (che rimarrà assegnato alla lista e non alla coalizione). Intanto Matteo Renzi si dichiara anche disponibile ad eliminare i capi lista bloccati tanto criticati dell’Italicum, perché «non ho problema a mettere la faccia per prendere voti».
DIREZIONE ITALIA (il partito di Raffaele Fitto) – I Lions sono più orientati alla salvaguardia del Mattarellum. Così, Raffaele Fitto ha dichiarato in merito alle diverse proposte di legge: «Siamo per il maggioritario e il Mattarellum è una buona base di partenza».
LEGA NORD – Il Carroccio non pone condizioni, a detta di Matteo Salvini va bene tutto purché si vada al voto il prima possibile. Così il leader leghista sembrerebbe schierarsi anch’egli a favore del Mattarellum.
FORZA ITALIA E CENTRISTI (Ap) – Per Area popolare, invece, «la discussione sul Mattarellum oggi ha il fiato corto». A detta di Dore Misuraca, capogruppo di Ap in commissione Affari costituzionali, vi è la necessità di iniziare a ragionare su un sistema che premi la logica tripolare. Idem per Renato Brunetta (FI) che ribadisce il no al Mattarellum: «Si faccia subito la legge elettorale, su cui ci si era impegnati» dichiara, il problema è capire a quale proposta si riferisca.
MOVIMENTO 5 STELLE – I pentastellati puntano al Legalicum, in pratica la legge elettorale così com’è uscita da Palazzo della Consulta: «Si deve andare a votare con il Legalicum applicato al Senato, con un tratto di penna si potrebbe tornare alle urne in tre giorni» sostengono i 5 stelle.
Ad ogni modo la strada è lunga, come l’iter per l’approvazione della legge elettorale che dovrà prima passare il vaglio della Commissione Affari costituzionali (su 30 membri, solo 15 sono a favore del sistema maggioritario ma potrebbero arrivare a 17); per approdare in aula dove i giochi si ribaltano e i fautori del maggioritario scendono in favore dei proporzionalisti (rispettivamente 151 voti da un lato e 164 dall’altro).
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