Personal shopper: il cinema francese dal sapore hitchcockiano
Il The Guardian ha parlato di “pura genialità hitchcockiana” a proposito del nuovo film di Olivier Assayas, Personal shopper.
Mureen (Kristen Stewart) ha da poco perso il fratello gemello Lewis e per questo motivo si trova ancora a Parigi, dove lavora come personal shopper di una star di nome Kyra, per la quale compra costosissimi vestiti, scarpe ed accessori. Essendo una medium, Maureen cerca di stabilire un contatto con il fratello nella casa in cui lo stesso viveva, dove verrà a contatto con una presenza spettrale che però non sembra essere Lewis. “Ho utilizzato il mondo della moda per sottolineare l’ambivalenza del personaggio di Mureen, che si deve reinventare e il mondo della moda ha forse la risposta alle sue domande, per esempio sulla sua femminilità”, afferma il regista Assayas durante la conferenza stampa tenutasi a Roma per la presentazione del film. E la Stewart ribadisce: “sta combattendo una battaglia interiore. È molto attratta da questo mondo dove la sua carriera sta prendendo forma ma si vergogna per questa attrazione”. Quindi rilievo al mondo della moda, anche in virtù della vicinanza all’ambiente da parte di Assayas (la madre era una stilista). Ma Personal shopper si rivela essere un film dalle mille sfaccettature, dove l’horror si unisce al thriller e a tratti al romanzo di formazione, per cui “ci offre una riflessione profonda sulla realtà e pone l’interrogativo più terrificante sulla vita: ”sono completamente sola o posso entrare veramente in contatto con qualcun altro’” dice la Stewart. Il personaggio di Maureen sta cercando di elaborare un lutto, tentando di ricostruire il proprio sè e alla fine, sarà pronta a ricominciare, il che ci mostra la Stewart in tutt’altra veste rispetto all’immagine cui siamo abituati.
“La storia l’ho immaginata come un quadro un po’ astratto.- dichiara Assayas- Volevo fare un film di genere diverso dai film americani, dove l’invisibile fa paura ma può essere anche benefico. Perciò ho inserito figure come Victor Hugo e Hilma Af Klint, proitettando questa relazione con l’aldilà nel presente, anche in modo anacronistico.” Lo stesso regista dichiara infatti di essersi servito delle descrizioni delle sedute spiritiche (Hugo era entrato in contatto con la figlia Leopoldine, arrivando a dialogare perfino con Dante, Platone, Gesù…), inserendo quindi la Klint (pioniera dell’arte astratta, convinta che le sue opere le fossero dettate dall’aldilà) per dare maggiore risalto alla dimensione ‘spiritica’. Vincitore del premio ‘miglior regia’ a Cannes 2016, Personal shopper uscirà nelle sale italiane il 13 aprile.
Intanto Assayas annuncia nuovi progetti: un film scritto a quattro mani con Polanski e un altro sulle spie cubane ambientato a inizio anni ‘90.
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