Letta sostiene Orlando e attacca Renzi: «Mi hanno mandato via»
Enrico Letta sostiene Orlando. Così l’ex premier si schiera, all’indomani delle primarie nel Partito Democratico, a favore del ministro della giustizia sferzando contro il segretario Matteo Renzi: «Non mi sono fatto da parte, mi hanno mandato via».
Enrico Letta vuota il sacco e racconta su Rai 3 i suoi ultimi giorni a Palazzo Chigi, il retroscena pulp delle dimissioni che portarono a quel famoso passaggio di potere nel Salone delle Gelere: «È stato il mio partito su proposta di Renzi» accusa l’ex premier, e ancora: «Ho preso atto […] mi sono dedicato al mio lavoro. Un lavoro importante con i giovani sia nella scuola di politica intitolata ad Andreatta che all’università, un’occasione per dare il mio contributo». Timing tutt’altro che casuale quello di Enrico Letta, alla vigilia del 30 aprile, giornata di primarie nel PD. Perciò l’endorsement di Letta è tutto puntato verso la candidatura di Andrea Orlando: «Non è che scelgo i vincitori, dico la mia e io penso che il Pd debba meritare l’ultima chance e credo che Orlando voglia unire il Pd che è un campo largo, non è un comitato elettorale di un capo». Vien da pensare che la vendetta sia un piatto che va servito freddo e dopo mesi di silenzio il colpo inferto da Letta a Matteo Renzi, aldilà della campagna elettorale, è destinato a farsi eco tra le fila dell’elettorato: «Le scelte vanno fatte insieme, bisogna condividerle con il Paese e non immaginare di avere ragione mentre gli altri sono un’accozzaglia».
La discussione si è poi spostata sul piano della flessibilità, in un botta e risposta Letta-Renzi, il primo critico verso le scelte politiche del secondo: «Negli ultimi anni è stata raccontata una storia non vera: la linea dell’austerity ha caratterizzato l’Europa dal 2008 fino al 2014 ma dal 2014, da quando è arrivato Junker e con la politica espansionista di Draghi, l’Italia ha avuto margini di flessibilità molto larghi», aggiungendo: «Il governo non ha fatto tutte le scelte che doveva e ora si trova davanti a una manovra che è quella da cui noi uscimmo all’inizio della legislatura. Qualcosa non ha funzionato».
Non ha tardato ad arrivare la replica velata del segretario Matteo Renzi, che ha così respinto le accuse: «Fanno credere che noi avevamo margini macro migliori ma non è così, la flessibilità l’abbiamo stando nei parametri delle stupide regole del fiscal compact. Il deficit dei governi Monti e Letta era più alto, noi l’abbiamo tenuto più basso. Noi nel 2014 abbiamo detto basta, l’ha fatto il Pd e il governo italiano, e abbiamo cominciato a fare un po’ i matti in Ue».
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