Alatri, difende la fidanzata e muore massacrato dal branco
Colpito con pugni, calci e una spranga di ferro, così è morto Emanuele Morganti, massacrato dal branco per difendere la fidanzata. I genitori donano gli organi
Alatri, un gesto d’amore trasformato in tragedia per un ragazzo di vent’anni, massacrato brutalmente dal branco, nella piazza principale della città, solo per aver difeso la sua fidanzatina. Emanuele Morganti era giovanissimo e stava vivendo la sua grande storia d’amore, con tutta la genuinità e la spensieratezza dei suoi anni, ma è morto proprio così, per difendere il suo amore.
Una lite iniziata proprio per difendere la sua metà, oggetto di battute pesanti da parte di un giovane albanese, forse ubriaco. Poi il pestaggio violentissimo con pugni, calci e una spranga di ferro. A picchiarlo sono stati altri 9 ragazzi come lui, tutti coetanei, così hanno riferito i tanti testimoni che hanno assistito al massacro davanti al locale in provincia di Frosinone.
Le sue condizioni erano disperate. I medici del Policlinico Umberto Primo di Roma, dove é stato trasportato in ambulanza e operato, non sono riusciti a salvarlo. Emanuele è morto dopo 36 ore di agonia, quando anche il suo cuore ha smesso di battere. I familiari disperati, ora chiedono giustizia, ma intanto hanno acconsentito per la donazione degli organi.
Il sospetto dei carabinieri è che i colpi letali possano essere stati sferrati da uno dei buttafuori coinvolto nella rissa. “Quanto accaduto è una barbarie, ci stringiamo intorno ai familiari di Emanuele”, ha detto il sindaco di Alatri, Giuseppe Morini, che sta valutando in queste ore la proclamazione del lutto cittadino.
Una serata come tante, il locale, la comitiva e la fidanzata, ma nella notte di venerdì scorso, alle 2 di notte circa il sorriso e il cuore di Emanuele hanno smesso di battere e questa volta per sempre.
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