Germania, riabilitazione dei gay colpiti da una legge nazista
Il cielo sopra Berlino in questi giorni si tinge con i colori dell’arcobaleno e, con la riabilitazione dei gay colpiti da una legge nazista, si chiude un capitolo vergognoso della storia non solo tedesca o europea ma dell’umanità intera. L’art. 175 del codice penale proibiva l’omosessualità mettendola fuori legge in Germania: questa legge punitiva risalente all’Ottocento riuscì a sopravvivere persino al nazismo e ai suoi orrori. Correva l’anno 1871 quando fu promulgata la legge discriminatoria che puniva gli omosessuali dichiarandoli contro natura e definendo l’atto sessuale tra persone dello stesso sesso “bestiale” e simile a quello perverso tra esseri umani e animali: «La fornicazione contro natura, cioè tra persone di sesso maschile ovvero tra esseri umani ed animali, è punita con la reclusione; può essere emessa anche una sentenza di interdizione dai diritti civili». Durante il nazismo, nel 1935, questa legge venne ampliata e oltre 40mila omosessuali furono incarcerati oppure vennero deportati nei campi di sterminio mentre il mondo restava a guardare. Migliaia di loro vi trovarono la morte dopo essere stati giudicati sommariamente e identificati con un triangolo rosa mentre altri si suicidarono.
Heiko Maas e la riabilitazione dei gay colpiti dall’art. 175 del codice penale
Il governo in questi giorni sta cercando di riscrivere le pagine della recente storia tedesca attraverso la riabilitazione dei gay colpiti dalle sanzioni penali in tutti questi anni e che sono ancora in vita. Heiko Maas, ministro della Giustizia, esponente del Partito Socialdemocratico, in questi giorni ha vinto una battaglia storica di notevole importanza: è riuscito a far approvare dal governo tedesco una legge che assicura un risarcimento in termini economici a tutti gli omosessuali che sono stati gravemente perseguitati. Il risarcimento previsto per ogni vittima perseguitata sarà di 3.000 euro con l’aggiunta di altri 1.500 euro per ogni anno trascorso in carcere. Anche se queste misure tardive non potranno cancellare le iniquità commesse, anche se non si potrà restituire il tempo perduto alle vittime di questa legge, si tratta di un segnale importante da parte del governo tedesco. Il ministero della Giustizia stima che possano essere rimasti in vita 5mila omosessuali che furono vittime di queste condanne.
Tutti ormai conoscono la storia della persecuzione degli omosessuali durante il nazismo, ma sono in pochi a conoscere il perpetrarsi di quella discriminazione dopo la liberazione dei reduci rimasti in vita nei campi di concentramento. La Germania processò in tutto 64mila omosessuali tedeschi nell’arco di tempo che va dal 1949 al 1994, ma di questi circa 50mila furono processati prima del 1969. Per comprendere meglio il perché di queste date chiave bisogna addentrarsi nella recentissima storia tedesca: mentre la Germania Est cancellò questa legge discriminatoria nel 1968, la Germania Ovest la volle mantenere in vita fino al 1994.
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