James Cotton, addio a uno dei leggendari principi del blues
Un fulmine a ciel sereno scuote il mondo della musica e dello spettacolo. E’ deceduto ieri ad Austin, in Texas, all’età di 81 anni, uno dei principi della storia del blues, James Cotton, armonicista, compositore e show man statunitense.
A diffondere la notizia della scomparsa dell’artista, causata da una polmonite che l’aveva costretto, nelle ultime ore, ad un ricovero al “David’s Medical Center”, è stata la sua stessa casa discografica, la “Alligator Records“, ricordandone il talento e l’indubbia abilità nel suonare l’armonica, che “per 60 anni, ha fatto il giro del mondo”.
Una perdita significativa e importante per gli amanti del blues, sopportata, solo in parte, dalle struggenti e suggestive melodie delle sue composizioni.
Classe 1935, originario di Tunica, città dello stato del Mississipi, Cotton intraprese la sua carriera musicale da giovanissimo, imparando prima a suonare l’armonica da Sonny Boy Williamson II e seguendo il maestro in alcune tournée, poi esibendosi con Howlin’ Wolf.
Nel 1952 formò il suo primo complesso e nel 1954 si trasferì a Chicago, subentrando a Little Walter e Junior Wells nella band di Muddy Waters. Quest’ultima unione durerà 11 anni, un connubio artistico che gli fornirà gli stimoli giusti per delineare definitivamente la sua dimensione musicale. Nel 1966 formò una propria blues band, con la quale, intorno agli anni 70, strizzando l’occhio anche alle melodie funky.
Vincitore un Grammy Award, nel 1996, con il brano “Deep in the blues” e candidato, nel 2013, a un altro, prestigioso premio degli “Oscar della musica” con il suo ultimo album, “Cotton Mouth Man”, James Cotton vanta una produzione artistica di alto livello, circa 30 album, una ventina di dischi come solista e più di cinquanta partecipazioni come guest star di altri interpreti.
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