La musica hackera lo smartphone, il tablet e l’auto
A quanto pare l’ultima frontiera dei cyber attacchi è la musica: la musica hackera lo smartphone e non solo, secondo quanto rivela uno studio condotto dall’Università del Michigan, che ha così evidenziato la scarsa sicurezza dei sistemi hardware. ”Noi umani abbiamo sensori come gli occhi, le orecchie e il naso: ci fidiamo di loro e li usiamo per prendere decisioni. Se, al contrario, i sistemi autonomi non possono fidarsi dei loro sensi, allora la sicurezza e l’affidabilità di questi sistemi è destinata a fallire” ha spiegato il ricercatore Timothy Trippel, come riporta il sito dell’Ansa.
Gli studiosi hanno infatti rilevato che i sensori di accelerazione di cui è dotata la maggior parte dei dispositivi elettronici possono essere in un certo senso ingannati dalle onde sonore sintonizzate su determinate frequenze, permettendo così l’hackeraggio di smartphone, pc, tablet, apparecchiature mediche e finanche droni o auto a guida autonoma. Sono stati quindi condotti due esperimenti: per il primo è stato preso un braccialetto elettronico in grado di rilevare l’attività svolta. Facendovi interferire un altoparlante da pochissimi dollari, il braccialetto ha contato migliaia di passi, che non erano stati assolutamente fatti. L’altro esperimento ha invece riguardato uno smartphone, per cui è stato appositamente creato un file musicale che è stato poi fatto risuonare all’altoparlante del telefono stesso, hackerando l’accelerometro. Dunque la musica hackera lo smartphone: lo stesso inganno ha riguardato l’accelerometro di un altro smartphone, che attraverso un file musicale ha iniziato ad inviare falsi segnali affinché si componesse la parola ‘walnut’ (noce), in uno dei grafici che permette di controllare il suo funzionamento.
Si resta in attesa ora di una soluzione: nel frattempo, per limitare i danni, negli Usa sono stati sviluppati due software low-cost, che dovrebbero proteggere i nostri smartphone, seppure in maniera ancora blanda.
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