Bruno Fernandes il portiere assassino torna a giocare
Brasile: Bruno Fernandes de Souza, ex portiere del Flamengo, era stato condannato in primo grado nel 2013 a 22 anni di reclusione per l’omicidio della sua ex amante, la modella Eliza Samudi. Il calciatore aveva ucciso brutalmente la donna facendone a pezzi il corpo e dandolo in pasto ai cani, ora ha firmato un contratto biennale con il Boa Esporte e torna di nuovo a giocare.
Dalla cella al campo, il passo che sarebbe dovuto durare più di 22 anni è stato davvero breve: in carcere dal 2010 è uscito lo scorso 24 febbraio e ad accoglierlo ha trovato il club del Boa Esporte, militante nel campionato brasiliano di serie B.
Il fatto risale al 10 giugno 2010 quando Bruno Fernandes venne indagato per la scomparsa e l’omicidio della modella Eliza Samudio.
Nel maggio la ragazza aveva dato alla luce un figlio di cui il padre era appunto Bruno Fernandes, lui però aveva cercato in ogni modo di farla abortire. Si era sentito minacciato dalla sua amante e aveva avuto paura che la relazione extraconiugale e lo scandalo di un figlio avrebbero rovinato la sua carriera. Racconta in tribunale che “la ragazza è stata strangolata, poi squartata con un coltello e fatta a pezzi, infine data in pasto a dei rottweiler per occultare il cadavere o quello che ne rimaneva”. Ma lui si dice estraneo ai fatti e accusa dell’omicidio, un amico d’infanzia, Luiz Henrique Romao, un ex poliziotto, Marcos Aparecido Dos Santos, i giudici però lo condannano a 22 anni e 3 mesi di reclusione.
Passano solo pochi anni e ottiene uno sconto di pena, viene scarcerato e ora addirittura premiato con un contratto biennale con il Boa Esporte, martedì la presentazione ufficiale con la nuova maglia.
Eppure sulla pagina ufficiale del BOAEC si legge ancora l’augurio dell’8 marzo per “El Dia Internacional de la Mujer”.
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