Andrea Orlando: addio al ministero della Giustizia?
Andrea Orlando: addio al ministero della Giustizia? Forse. Il ministro ha infatti annunciato che in caso di vittoria alle primarie lascerà l’incarico governativo. Dopo le polemiche suscitate dal suo avversario, Michele Emiliano, su un ipotetico conflitto d’interessi, Andrea Orlando, fuga ogni dubbio dichiarando a CorriereTv: «Se vinco, lascio il posto da ministro».
Giochi aperti nel Partito Democratico e corsa infuocata alla segreteria. I principali competitors li conosciamo già: Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano. È il secondo, questa settimana a far parlare di sé. Dopo l’apprezzatissimo discorso in Congresso, Andrea Orlando, attuale ministro della Giustizia, ha deciso di chiarire la sua posizione in merito all’eventualità di un probabile conflitto d’interessi tra la carica di ministro della giustizia e quella ipotetica di segretario, annunciando le dimissioni dalla prima in caso d’elezione alla seconda. «Sicuramente darò un sostegno leale a un’esperienza di governo che credo sia importante» ha annunciato il ministro a CorriereTv aggiungendo: «Sono convinto che tanto sarà più forte la mia candidatura tanto verrà meno il rischio di sgretolamento del partito. Mi sono candidato proprio quando mi sono accorto che era iniziato un processo di questo tipo». L’appello all’unità di Orlando non è da sottovalutare, ma chiaro segno d’avvicinamento alla corrente prodiana del PD. Un ritorno alle radici che Andrea Orlando incarna con la sua carriera spesa all’interno della militanza politica e con (secondo indiscrezioni da La Stampa, ndr) l’incontro del professor Prodi: «Gli ho telefonato – racconta invece il guardasigilli – e naturalmente non ha fatto nessun endorsement. Credo abbia apprezzato un riferimento che io continuerò a fare all’Ulivo non perché dobbiamo fare l’Ulivo ma perché l’Ulivo è stata la prima volta in cui delle tradizioni politiche si sono incontrate» perché in quel momento, continua Orlando, «è finita una stagione, si è capito che questi due riformismi non potevano stare separati. Io non voglio tornare là ma nemmeno far finta che quel momento politico non ci sia stato».
La candidatura di Andrea Orlando, agli occhi dei molti, è la più pericolosa per Matteo Renzi, comunque in testa ai sondaggi delle primarie nel Partito Democratico. Per l’attuale guardasigilli agli endorsement “prodiani” sono confermati all’adnkronos dalla deputata Sandra Zampa, che conferma anche la telefonata: «Il Professore è a disposizione. Credo che sia pronto a incontrare chi lo desidera. Segue con attenzione quello che sta accadendo, ha già detto che mai avrebbe voluto vedere la rottura che c’è stata e pensa sia un bene che ci sia un congresso vero. Un congresso finto avrebbe ucciso il Pd», e su un ipotetico sostegno, dice: «Il Professore conosce e stima Andrea ma non si schiererà. Credo vada lasciato fuori dalla mischia». Non mancano i consensi neanche da parte dell’ala vicina a Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica: «Ho chiamato io Napolitano per dirgli che mi sarei candidato – dichiara Orlando – non è stato lui a chiedermi di candidarmi. Lui mi ha detto che capiva la mia scelta e che fosse giusto dare un altro punto di vista al partito. Non credo che parteciperà al dibattito congressuale».
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