Questo non è amore : la polizia al fianco delle donne

“Questo non è amore”, il progetto di iniziativa della polizia di Stato per dare sostegno alle vittime di violenza, in occasione dell’8 marzo scende di nuovo in piazza per sensibilizzare l’opinione pubblica nella lotta al femminicidio e per fornire assistenza a tutte le donne in difficoltà.

 

La giornata prevede la presenza di camper, gazebo, pullman, stand ed altri spazi di accoglienza con la partecipazione di operatori specializzati nelle maggiori piazze di tutta Italia; è il terzo appuntamento di “Questo non è amore”  e da luglio ad oggi quasi 19mila persone  sono salite sui camper della Polizia, a volte solo per chiedere informazioni, altre volte anche per denunciare.

 

Il progetto di “Questo non è amore” si muove in parallelo con un altro programma di aiuto per le donne, il  “protocollo Eva” (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le questure d’Italia. La procedura consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative, l’intervento su casi di violenza domestica e l’indagine circa l’esistenza di ulteriori episodi nello stesso ambito familiare, tutto grazie alla compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, lasciano comunque un’impronta del malessere subito o subendo.

 

Da Agrigento a Verbano, tutta l’Italia è pronta a ospitare il camper del sostegno. Ufficiali di polizia, psicologi, rappresentanti delle varie associazioni offrono il loro supporto che va dal semplice ascolto all’aiuto concreto per combattere al fianco delle donne ogni tipo di violenza. Sul sito della Polizia di Stato il comunicato ufficiale con tutte le indicazioni su orari e luoghi delle città che aderiscono all’iniziativa. “Questo non è amore” sarà presente a Roma tutta la mattinata in Piazza di Santa Maria Consolatrice nel quartiere di Casal Bertone. Presso le postazioni sarà possibile lasciare anche dei messaggi anonimi per raccontare la propria storia, le lettere verranno comunque discusse affrontando anche le problematiche  delle vittime “senza voce” che ancora non trovano la forza di denunciare.

 

In Italia ogni 84 ore viene uccisa una donna in ambito affettivo, ma prima della vita spesso viene attaccata l’identità personale  con lo scopo di annientarla attraverso asservimento psichico e fisico. Come recita lo slogan della campagna antiviolenza: «Se danneggia le tue cose, se ti controlla, se minaccia te e i tuoi figli, se ti zittisce, se limita la tua libertà anche economica, se ti telefona di continuo per insultarti, se ti umilia, se ti isola, se ti chiude in una stanza, se ti segue, se ti ricatta, se ti offende, se ti spinge e schiaffeggia, se ti intimidisce, se pretende amore o sesso quando non vuoi, se ti prende a calci, ti tira i pugni o ti strappa i capelli, se ti infastidisce con ”sms ossessivi”, se ti chiede ”l’ultimo appuntamento”… Questo non è amore».

 

 

Vai alla homepage di Lineadiretta24.it

Leggi altri articoli dello stesso autore

Twitter: @_MelaniaFusco_