La Roma torbida di Suburra sta per sbarcare su Netflix

Durante il “See What’s Next”, l’evento che Netflix ha organizzato il primo marzo scorso per promuovere la sua offerta per il 2017 a Berlino, ha reso note alcune nuove produzioni, molte delle quali europee, che usciranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La società infatti, come ha dichiarato Reed Hastings, CEO e co-fondatore di Netflix, negli ultimi anni ha investito circa 1,6 miliardi di euro in produzioni europee e, attualmente, sta producendo film, programmi, documentari e serie tv tutti made in Europe. E questo sarebbe “solo l’inizio”. Tra i vari protagonisti del “See What’s Next”, oltre alla serie thriller tedesca “Dark”, “Mindhunter” di David Fincher e la controversa “Tredici”, ha brillato, anche se di luce riflessa dalle sale cinematografiche, la prima serie italiana prodotta da Netflix, Suburra, tratta appunto dall’omonimo film del 2015 basato, a sua volta, da un libro omonimo scritto da Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo.

suburra Alla presenza di Michele Placido, Filippo Nigro e Alessandro Borghi, i presenti al “See What’s Next” hanno visionato le prime tre immagini del set. Le riprese sono iniziate a Roma lo scorso novembre sotto l’attenta direzione di Michele Placido, Andrea Molaioli (La ragazza del lago) e Giuseppe Capotondi (La doppia ora). La serie è stata prodotta da Cattleya (Gomorra e Romanzo Criminale) in collaborazione con Rai Fiction, e scritta da Daniele Cesarano e Barbara Petrolio con Ezio Abbate, Fabrizio Battelli e Nicola Guaglianone. Nel cast ci sono alcuni attori che abbiamo già visto protagonisti dell’omonimo film, come Alessandro Borghi nei panni di Numero 8, Adamo Dionisi che interpreta Manfredi Anacleti, Giacomo Ferrara che è Spadino Anacleti, e molte altre new entry come Francesco Acquaroli, Filippo Nigro e Claudia Gerini.

Suburra (sub-urbe) era un popoloso quartiere della Roma antica situato sulle pendici dei colli Quirinale e Viminale. Anticamente la popolazione della parte bassa di questo quartiere era costituita dal sottoproletariato urbano che viveva in condizioni miserabili e al limite dell’illegalità. Per questo motivo il termine “suburra” ha, ancora oggi, il significato di luogo malfamato dove il crimine e l’immoralità si tendono la mano. Partendo da questo presupposto la serie ci racconta una Roma ambivalente, un luogo in cui grazia e debolezza si uniscono in un abbraccio carico di pathos dando vita ad un crogiolo di illegalità che vede intrecciarsi tra loro il mondo della Chiesa, quello della criminalità organizzata e quello degli imprenditori edili.

Suburra racconta tre mondi insieme, quello della bassa criminalità legata a droga e mafia internazionale, quello della politica e lo sfondo della cupola di San Pietro e dei suoi ingranaggi segreti”, ha spiegato Michele Placido, che, dopo il successo riscosso con “Romanzo criminale“, ha deciso di tuffarsi nel magico mondo delle serie tv, noncurante del fatto che tematiche così forti potrebbero dare un’immagine negativa del nostro Paese : “Purtroppo è così in ogni luogo, in tutte le capitali europee, in cui coesistono potere e politica. Raccontare la politica oggi è un dovere e se osserviamo cosa accade a livello presidenziale negli Stati Uniti o in Russia, mi sembra giusto far riflettere su ciò che avviene anche in un contesto di potere come Roma. Non c’è nella serie un riferimento specifico all’attualità, anche perché Suburra è un prequel ambientato nel 2008, ma è evidente l’intenzione di raccontare la lotta tra il bene e il male, una lotta che esiste da sempre e sembra non aver fine”.

Tuttavia “Suburra” ha avuto qualche piccolo problemino, nonostante l’azienda di Viale Mazzini sia stata parte attiva nella produzione, come aveva peraltro annunciato il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto: “La RAI è orgogliosa di collaborare con Netflix, la principale rete televisiva online leader del mondo, per la produzione della serie tv Suburra. Questa collaborazione è un esempio della nuova strategia che abbiamo intrapreso per innovare ed essere competitivi sia in Italia sia all’estero. La televisione si sta trasformando, dobbiamo essere costantemente all’avanguardia e ridefinire completamente la nostra offerta e il nostro ruolo di servizio pubblico. La serie Suburra è la dimostrazione della crescita costante delle produzioni italiane, dal cinema alle fiction, e della loro capacità di competere ai massimi livelli sui mercati internazionali”. Placido infatti ha dichiarato: “Il lato positivo di Netflix è che si può andare oltre. In una serie tv prodotta in Italia noi partiremmo già censurati. In Rai ho ricevuto un no su varie proposte su temi legati alla criminalità, politica. Uno, solo pochi mesi fa, ma sono contento che la Rai abbia poi messo il cappello su questo progetto. Finalmente osa, rischia”. Ma intanto, prima di osare e rischiare, ha provato a fare ostruzionismo!

Sappiamo però che la serie, composta da 10 episodi di circa un’ora ciascuno, approderà in Rai solamente dopo un anno e mezzo dall’uscita su Netflix, uscita prevista entro l’anno ma, attualmente, ancora avvolta nel più cupo dei misteri.

suburra Quel che ci sembra invece più che evidente è il fatto che Netflix stia invadendo l’orticello di Sky, sottraendole un titolo utile che avrebbe fatto buona compagnia ad altri due grandi successi quali “Romanzo Criminale” e “Gomorra”, spezzando così le ali al suo principale avversario nell’offerta (pay) al pubblico di serie tv e cinema. E la Rai, a nostro avviso, ha giocato d’astuzia ed ha fatto la scelta giusta schierandosi dalla parte del probabile vincitore nella guerra per la serialità.

 

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