Scaramouche, un omaggio al cinema di qualità

Da lunedì 20 gennaio Rai 5 dà il via a Scaramouche. Ideato da Enrico Ghezzi e dal gruppo di Fuori Orario, il programma sarà una selezione di immagini appartenenti a film, documentari e materiali d’archivio, analogamente a ciò a cui siamo abituati a vedere durante gli orari notturni sulla terza rete.

A proporre una diversa serie di composizioni creative è stata proprio Rai 5, che ha voluto lasciare uno spazio di approfondimento dopo la messa in onda dei film e dei documentari proposti. Il palinsesto di Rai 5 era già uno dei più interessanti in circolazione, in particolare, grazie a reperti storici, documentari di interesse culturale e a programmi d’importazione straniera, come, nella scorsa stagione, Posso venire a dormire da voi? e Con i tuoi occhi. Il contributo di Ghezzi, ideatore del geniale Blob oltre che di Fuori Orario, contribuirà ad arricchire la proposta della rete, che il primo dicembre ha presentato i suoi nuovi programmi. Scaramouche intende far riflettere su opere cinematografiche e documentaristiche di rara diffusione. Questa settimana, ad esempio, Rai 5 propone Daunbailò (1986), un film di Jim Jarmusch con John Lurie, Tom Waits e Roberto Benigni. L’attore italiano è uno sventurato che si ritrova per sbaglio all’interno di un carcere, insieme a due veri delinquenti.

Un’interpretazione inedita per il Benigni a cui siamo abituati. In relazione a questa commedia indipendente americana, Scaramouche mostra un altro ruolo poco diffuso del toscano: quello del tassista, e allo stesso tempo cliente, del taxi ne Il parolaio (1978), un cortometraggio del critico cinematografico Marco Melani, autore storico di Fuori Orario. Una ricerca, quella del team di Ghezzi, che ben si sposa con le proposte della rete. L’inedito è dunque la chiave di lettura per Scaramouche, proprio come per Fuori Orario. La collaborazione di Rai 5 da parte del gruppo storico del programma di Rai 3 è, dopo tutto, immaginabile anche sotto un altro punto di vista. Oltre alla rispettiva sete di curiosità, il canale “semigeneralista” aveva infatti dato spazio a Fuori Orario nel proprio palinsesto notturno durante la primavera del 2012. {ads1} Dunque, il cinema prima di tutto. Se martedì 21 Rai 5 propone in prima serata il primo film di Ascanio Celestini, La pecora nera (2010), Scaramouche “risponde” successivamente con i primi due cortometraggi, decisamente poco diffusi, del regista tedesco Rainer Werner Fassbinder: Il vagabondo e Il piccolo caos, entrambi del 1966. Sempre questa settimana, venerdì 24 lo spazio dedicato alla settima arte è occupato da La strada di Levi (2006), documentario di Davide Ferrario ispirato a La tregua di Primo Levi. Seguendo la stessa tematica, l’approfondimento di Scaramouche lo riserva a Sobibor (2001), documentario di Claude Lanzmann sull’unica rivolta ebraica all’interno di un campo di concentramento. «Il cinema è repertorio, qualcosa che è già accaduto, è sempre qualcosa di già depositato. Il cinema è la porta stellare dentro la civiltà urbana del ‘900, sembra che contenga tutto il mondo e il biglietto si paga proprio per questo motivo. Poi c’è la nostra reazione, e questa è un’altra questione: ogni qualvolta un’immagine ti porta altrove, quello è il cinema. Il cinema è tale quando riesce a farci sentire fuori dall’orbita, anche il film più semplice e banale. I film toccano quello che non sappiamo fare noi», ha definito Ghezzi riguardo al cinema, in un’intervista di Corona Perer. Per l’autore televisivo, il cinema ha una dimensione in più: oltre al visibile, c’è quello spazio che si crea nel momento in cui noi parliamo e ragioniamo del cinema stesso. Quella dimensione è il “rovescio” delle immagini appena viste. E Scaramouche si potrebbe definire il rovescio dei film proposti da Rai 5. E’ un contributo importante nella ricerca e nella analisi delle opere cinematografiche.

 

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