Anonymous: no alle armi chimiche

Qualche giorno fa l’Italia, precisamente il porto di Gioia Tauro, è stata scelta per ospitare (temporaneamente) le armi chimiche provenienti dalla Siria. Nella città calabrese il pericoloso carico sarà solo di passaggio, per poi essere distrutto in mare aperto, ma questo però ha suscitato molte polemiche e perplessità sia tra le autorità che tra i cittadini.

Gli ultimi a dire la loro su questa questione sono il gruppo di Anonymous. Il gruppo di hacker è famoso per le proteste e gli attacchi informatici nei confronti sia delle istituzioni o delle singole persone che le rappresentano. Si sono schierati contro l’Austerity, a favore del movimento per la casa, contro la Tav, facendo quello che sanno fare meglio mandando cioè in tilt o oscurando i siti. Questa volta, però, Anonymous ha deciso di usare solo le parole per esprimere il suo “no” alle armi chimiche a Gioia Tauro e lo fa con un piccolo post sul social network Facebook, poche parole ma nel pieno stile Anonymous, senza peli sulla lingua e con espressioni molto forti. <<Dovevamo essere una Nazione di Pace, libera e pulita dalle menzogne della guerra. Dovevamo essere un Paese in cui armi e zozzerie belliche non dovevano entrare. Qualcuno ha infranto tutto ciò. Noi diciamo NO alle armi e ci schieriamo contro la decisione di far approdare le navi con armamenti chimici siriani a Gioia Tauro>>. Il post è poi corredato dai soliti hashtag: #OperationGreenRights e il più famoso #NotInMyBackyard, non nel mio cortile, un espressione che indica un atteggiamento di protesta contro opere pubbliche che si teme possano avere effetti negativi sul proprio territorio. Un modo di dire conosciuto a livello internazionale, tanto che qualche volta si parla di sindrome di NIMBY.

 

{ads1}
Il porto di Gioia Tauro è stato scelto dalle autorità italiane e dall’Opac, Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, perché il più adatto ad effettuare l’operazione di trasbordo delle sostanze dalla nave danese Aka Futura all’americana Cape Ray, che porterà il materiale in alto mare per essere distrutto. Per il porto calabrese passeranno 60 container pieni di sostanze chimiche, tra scarico e carico. L’operazione dovrebbe durare 48 ore e non ci dovrebbe essere nessun stoccaggio a terra, come hanno dichiarato i ministri Bonino e Lupi. Queste rassicurazioni però non hanno fermato le polemiche da parte del sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, e del governatore della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, che hanno affermato di non essere stati informati della manovra. Lo stesso Scopelliti ha chiesto al primo ministro Letta una riunione con esperti internazionali e istituzioni locali per analizzare la situazione e scongiurare ogni rischio, riunione che il capo del Consiglio sembra convocherà a breve. Lo smaltimento di tutte le armi chimiche, però, non sarà un’operazione breve: lo stesso presidente dell’Opac, Ahmet Uzumcu, ha annunciato che la fine si prevede per giugno e che si farà di tutto per rispettare quella scadenza.

 

Fonti: pagina FB Anonymous, Agi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *