“Penso che il gioco sia il terreno principe su cui l’individuo si forma e si misura”. Al Centrale Preneste va in scena La luna per mano

Quello che andrà in scena al Centrale Preneste Teatro sabato 25 per la rassegna Infanzie in Gioco è uno spettacolo poetico e delicato, dove i protagonisti assoluti sono il gioco, la fantasia e l’emozione. Interpretati da Rosa Rongone e Ramona Carnevale della Compagnia I Teatrini, i due personaggi teneri e stralunati de La luna per mano. La rivelazione delle piccole cose, proprio attraverso il gioco, creano e disfano infiniti piccoli universi immaginari, in cui perdersi e trasformarsi. La regista Giovanna Facciolo ce ne dà qualche anticipazione.

Percorsi d’arte a Forcella - Laboratorio "Il teatro dell’immaginario" - Novembre 2016 ph©PinoMiraglia

“Con la luna per mano. La rivelazione delle piccole cose” si ispira ad una precisa tradizione letteraria o vi siete lasciate trasportare dalla fascinazione per l’universo dell’immaginario?

No non si ispira a nessuna tradizione letteraria. E’ il frutto di un laboratorio di formazione tenuto da me in cui ho aperto un terreno di esplorazione di linguaggi e immaginari rivolti a diverse fasce di età, tra cui quella dei piccolissimi (dai 3 anni) dalla cui elaborazione è poi nato lo spettacolo

 Il tema principale è quello dell’importanza della presenza di un amico (immaginario o non) soprattutto nella prima infanzia, poiché la scoperta del mondo avviene anche attraverso di esso. Quanto è importante la condivisione del gioco nella formazione individuale?

Penso che il gioco sia il terreno principe su cui l’individuo si forma e si misura, elaborando il mondo secondo una dimensione creativa e cognitiva insostituibile…e  il teatro si basa sul gioco

L’universo a poco a poco si svela e l’emozione e la poesia alimentano la fantasia per creare e disfare mondi possibili. Che ruolo svolge proprio la poesia nella “rivelazione” della realtà

Credo che la poesia sia uno sguardo divergente, inaspettato, insolito che raccoglie  bellezza e moltiplica realtà, apre squarci di possibile … credo sia in antitesi con l’idea di realtà una… come tutta l’arte del resto

Il linguaggio che utilizzate è soprattutto un linguaggio del corpo e non verbale. Su quale aspetto vi concentrate maggiormente per essere il più comunicative possibile e riuscire a rivolgervi ad un pubblico di treenni?

E’ il linguaggio che si crea spontaneo tra forme e corpi che porta ad aprire piccoli universi in cui il gioco e la scoperta di un essere altro da sé produce dinamiche riconoscibili e leggibili da bambini così piccoli. Abbiamo cercato di sperimentare il loro sguardo sul possibile e restituirlo seguendo una poetica libera da sovrastrutture

“Il teatro rimane uno dei luoghi formativi più importanti, uno spazio necessario per stimolare emozioni e veicolare idee, confronto e crescita”. Quali sono i vostri consigli per i genitori che accompagnano il piccolo pubblico? 

Frequentare il teatro il più possibile aprendosi a diversi generi di spettacolo senza limitarsi alle scelte più facili ma cercando l’insolito e il poetico

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@vale_gallinari