La storia commovente di Rhea, il pappagallo senza piume

La storia di Rhea, il pappagallo senza piume, sta facendo il giro del mondo. Il piccolo pappagallo è nato senza piume a causa di una patologia rara denominata PBFD (“Psittacine Beak and Feather Disease”), che colpisce gravemente il becco e i follicoli del piumaggio dei volatili causandone la progressiva caduta. Sfortunatamente al momento non esistono cure e trattamenti che possano far migliorare lo stato di salute degli animali affetti da questo disturbo.

Rhea, il pappagallo senza piume, nel mese di luglio è stato curato in una clinica veterinaria di Boston, Massachusetts, e di lì a breve è stata presa in adozione. Una giovane designer, Isabella Eisenmann, ha deciso di adottare Rhea e di prendersene cura. Le ha quindi creato un account Instagram postando tutte le sue fotografie che hanno contribuito ad accrescere la sua fama in rete. Isabella, la giovane “mamma adottiva” di Rhea, ha comunicato di aver ricevuto moltissimi commenti negativi riguardanti l’aspetto non propriamente sano del suo pappagallo, come se gli animali fossero “oggetti” da esibire agli amici. La giovane donna ha risposto così alle accuse: «Non mi importava nulla del suo aspetto, volevo solo che la gente capisse che la diversità è bellezza». E ancora: «Volevo davvero che la gente imparasse ad accettarla e che, attraverso l’accettazione della sua malattia, Rhea fosse d’ esempio a tutti coloro che fanno fatica ad accettare se stessi».

Ma oltre agli stupidi commenti negativi ricevuti da Isabella non sono mancati neppure gli aiuti e i messaggi di speranza. Sono stati in molti infatti a mandarle dei minuscoli indumenti per vestirla. La piccola Rhea infatti, proprio per la sua malattia che ha determinato l’inesorabile caduta del piumaggio, patisce il freddo e ha bisogno di vivere in un ambiente riscaldato. Addirittura, fa sapere Isabella, ogni notte deve coprire la sua gabbietta con una coperta per evitare un eccessivo raffreddamento dell’aria. Rhea inoltre non può volare ma continua a provarci e proprio per questo è diventata un esempio da seguire. Forse anche noi dovremmo imparare ad affrontare la malattia con dignità e coraggio. Abbiamo molto da imparare dagli animali.

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