In bikini contro lo sfruttamento dei coccodrilli [foto]
Attiviste PETA in bikini contro lo sfruttamento dei coccodrilli è stata l’azione di protesta avvenuta a Londra. Nella capitale del Regno Unito è infatti cominciata proprio ieri la London Fashion Week, come ogni anno, ma questa volta è stata inaugurata in una maniera poco convenzionale. La performance dell’associazione animalista PETA (People for Ethical Treatment of Animals) aveva lo scopo di protestare contro l’impiego di pelli di animali esotici nell’industria dell’abbigliamento.
Le attiviste hanno indossato semplicemente un bikini e una maschera da coccodrillo, mentre impugnavano borse come quelle di alta moda, ma con sopra delle enormi scritte e slogan che inveiscono contro l’uso di pelli di animali esotici nella moda: su uno si poteva leggere “animals die for exotic skins”, mentre un altro recitava “cruelty to crocodiles unmasked”. Nelle collezioni autunno/inverno portate in passerella l’uso della pelliccia ha ottenuto davvero un grande successo, con pelli impiegate regolarmente in giacche e altri indumenti, oltre che negli accessori.
La ragione che ha spinto alcune attiviste PETA a mettersi in bikini contro lo sfruttamento dei coccodrilli è legata al successo, dell’ azione dell’associazione di diffondere senza censure un video intorno alle pratiche brutali di uccisione dei coccodrilli. “il nostro video su come questi coccodrilli sono spellati in Vietnam ha raggiunto più di trenta milioni di visualizzazioni” ha detto Newkirk “queste case d’alta moda hanno dichiarato che le pelli esotiche sono una parte fondamentale del loro mercato: per una borsa o una cinta la gente paga migliaia di dollari. E queste sono le immagini che loro non vogliono vengano mai viste dai clienti”.
I PETA non sono nuovi a questo genere di manifestazioni; da quella sotto la Tour Eiffel a quella sulle piste londinesi, dai sit-in di Roma alle proteste ad Hong Kong, la più nota associazione animalista del mondo trova sempre il modo per far parlare di sé.
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