Europa League: Bernardeschi dipinge una pagina di storia viola, la Roma cala il poker in Spagna
LA PENNELLATA DI BERNARDESCHI – Cesare Lombroso, intorno al 1870, propose una teoria (poi del tutto confutata) secondo la quale i criminali e le persone pericolose si potessero riconoscere da alcuni elementi fisiognomici come la forma del cranio, il volto e via dicendo. Vi chiederete cosa c’entri esattamente con l’andata dei sedicesimi di finale di Europa League. Ebbene, immaginate che, invece delle caratteristiche fisiche, sia il nome a dirci esattamente qualcosa della persona che lo porta. Ecco, se questa teoria fosse vera (e ovviamente non lo è), sentendo il nome di Bernardeschi non si potrebbe non pensare a un’attitudine da grande artista, da pittore, o al limite da scultore. Un degno erede fiorentino dei maestri rinascimentali quali Brunelleschi, Donatello, Botticelli e via dicendo. Ecco, Federico Bernardeschi, nato a Carrara nell’anno in cui l’Italia di Sacchi e Baggio si accingeva a disputare i mondali in USA, quel talento artistico lo ha eccome, solo che lo esprime con la palla tra i piedi e non con dei colori. E giovedì, intorno alle 20, durante un anonimo sedicesimo di Europa League, deve aver scambiato la curva del Borussia Park per una tela, andando a dipingere una traiettoria perfetta, una pennellata di calore e gioia che in un freddo febbraio teutonico si è posata delicatamente nella porta dell’incolpevole Sommer. Una manciata di secondi di pura arte rinascimentale.
Il resto è gioco. E il gioco ci racconta di una Viola per la prima volta vincente in terra di Germania e di un ritorno, se non scontato, quanto mai agevole per gli uomini di Paulo Sousa, guidati dal loro giovane artista.
POKER DELLA ROMA – Se quella della Fiorentina è stata una vittoria artistica, propiziata dalla magia di Bernardeschi, quella della Roma è stata la vittoria del collettivo. Il gol di Emerson Palmieri, in genere poco avvezzo a scagliare in porta tiri del genere, è una perla a coronamento di una prestazione superlativa. Il terzino brasiliano ha spinto senza sosta sulla fascia sinistra, costringendo il povero Castillejo a cambiare corsia per non essere esposto al pubblico ludibrio. Nella ripresa invece è salito in cattedra il ritrovato bomber Dzeko, autore di una memorabile tripletta con tanto di pallone ricordo da portare a casa. Da mostrare ai pargoli il primo gol del bosniaco che, ricevuto un passaggio arretrato da Salah, ha fatto cadere entrambi i difensori del Villareal (e sospettiamo anche qualche spettatore in curva) con una magistrale finta di corpo, prima di concludere a rete con un perfetto tiro a incrociare. Il punteggio dice 0-4 per i giallorossi, e, a meno di imprevedibili cataclismi, indica un passaggio del turno già assicurato.
LE ALTRE GARE – Mettetevi nei panni di Ruffier, talentuoso portiere francese del St. Etienne. Dopo anni di sfide in Ligue 1 contro Zlatan Ibrahimovic, quest’anno doveva aver davvero tirato un sospiro di sollievo, convinto che non avrebbe dovuto più preoccuparsi del bomber svedese. Invece un sorteggio beffardo glielo ha messo di nuovo contro e puntuale è arrivata anche la tripletta dello svedese grazie alla quale i Diavoli Rossi hanno liquidato senza troppe difficoltà i transalpini. Tranquillo Ruffier, solo altri novanta minuti e poi, per tua fortuna, chissà tra quanto rivedrai il caro Zlatan. Cade in casa contro il Gent, 0-1, nel vero risultato a sorpresa di tutte le gare di andata dei sedicesimi, il Tottenham, mentre il Lione si è imposto per 4-1 in casa dell’AZ Alkmaar. Schalke 04 e Besiktas hanno messo al sicuro la qualificazione con due perentorie vittorie in trasferta, rispettivamente 1-3 e 0-3, mentre rischia grosso lo Zenit, superato per 2-0 dai belgi dell’Anderlecht.
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